SB Storie Bizzarre SB N 1.2 | Page 28

El Pasa tiempo di V aleriana Cretella Il sole irruppe nella stanza con la stessa prepotenza di un cazzotto in pieno volto, ma i suoi raggi tiepidi non erano abbastanza persuasivi per Rachele che dormiva beata nel tepore di un vecchio piumone. Lucita balzò fuori dal letto come un grillo, era sempre pimpante di primo mattino. Affrontò con estrema nonchalance l’umidità fitta che stagnava nella stanza, in realtà neppure si accorse del freddo, la sua pelle ambrata sembrava poco ricettiva alle basse temperature. La ragazza si mise a trafficare con carte di giornali mentre canticchiava una melodia a labbra chiuse; ad un breve silenzio, seguì un tonfo: un macigno cadde d’improvviso sullo stomaco di Rachele, che presa da un conato di vomito fu costretta ad aprire gli occhi. Sentì d’essere incazzata come una faina, ancor prima di comprendere dove si trovasse e chi fosse, ma quando si trovò ad un palmo dal naso, gli occhi enormi di Lucita, luccicanti come quelli di un bambino, la faina incazzata si ridusse ad un mugolio strozzato. - Oggi è il giorno! - strillò amabilmente il grillo, ancora placidamente adagiato sullo stomaco della moribonda, e così facendo le infilò in bocca una manciata di frutti filamentosi. Che bel risveglio quello di Rachele, che ancora confusa si trovò a masticare qualcosa che sapeva di terra e stoppa. - Cristo Luci, sono giorni che te lo chiedo, almeno potevi aspettare che mi alzassi dal letto! - 28