SB Storie Bizzarre SB N 1.1 | Page 49

insieme a mille altre di mille altre persone cullate dalle loro TM. Piccole gocce di umanità gli si ammassarono sugli occhi, sulle guance e giù per il collo. La quercia era proliferata, nera, eterna ed innegabile, ora occupava ogni anfratto della sua anima dimenticata e lasciata a putrefarsi come tutto questo mondo che parlava una lingua che non si arrivò mai a capire; un fittissimo bosco di salici piangenti, pioppi cremisi, betulle disperate, fiori cupi e bianchi, orripilanti meli su cui crescono teschi purpurei, ma quella quercia velenosa e malefica, lei era la genitrice di tutta quella foresta cancerosa. Era sdraiato sulla strada, il sole, uno ed uno solo, stava nascendo bucando il ventre gravido della notte, scalando un monte. Dopo un po’ di riposo si sentì meglio, fisicamente parlando, d’altronde aveva solo trentacinque anni, ma non aveva alcuna intenzione di alzarsi. Perché farlo? Poteva morire anche qui, era solo un insieme di forme strane che abitava in un cubo dentro un rettangolo impiantato direttamente nel cuore di una sfera schiacciata ai poli. Il cemento sotto la sua schiena iniziò a fremere, a scalpitare, come se un gigante lo calpestasse. All’inizio ignorò tutto, ma il terremoto aumentava di secondo in secondo, si alzò in piedi di scatto, impaurito. La vista non 49