SB Storie Bizzarre SB N 1.1 | Page 22

con le parole, le canzoni suonate con una vecchia Gibson che Speranza teneva nascosta sotto il pavimento in salotto. Era proprio buffo che a spiegarle una cosa del genere fosse stato un robot, qualcosa che non era mai stato umano, ma che forse lo era più di tutti, con quella sua strana sensibilità, quell’animo da viaggiatore della vita e del mondo. Poi, al mattino, lui se ne era andato, lasciandole la sua camicia e seguendo quel folle e disperato bisogno di aria che non ha mai potuto respirare e libertà. Lei non si sente male per questo, non soffre l’abbandono. Chiude le ante dell’armadio con cura, ha sempre avuto un debole per le cose vecchie che ricordavano il periodo da tra la Seconda e la Terza Guerra Mondiale, pur non avendo mai vissuto quegli anni. Si avvicina al telefono e al sistema di chiamata, li osserva per qualche istante e poi si dirige in cucina, dove si metterà a mangiare e studierà gli appunti di genetica che le ha lasciato due giorni prima Samuele, il suo assistente. Anche se ]Y[[Y