Un primo episodio riguardò Dagmar, che scovò in una scatola
della stanza di Adam un mucchio di lucertole morte. Morte e vivisezionate, tagliuzzate e imbottigliate in alcuni barattoli, come
dei soprammobili. Ma soprammobili non lo erano, per cui Dagmar domandò subito ad Adam spiegazioni. Adam le rispose che
le lucertole lo incuriosivano e, volendole osservare mentre si decomponevano, aveva deciso di conservarne i corpi.
Quando Dagmar riferì l’episodio a Jonathan, questi minimizzò,
tendendo a difendere Adam ad ogni costo.
Eppure fu proprio Jonathan, l’inverno seguente, a trovare Adam
immerso completamente nel laghetto ghiacciato dove la piccola
Elke era morta.
Jonathan lo stava cercando perché in quegli ultimi giorni avevano sentito, soprattutto di notte, gli ululati di alcuni lupi, emigrati
in quelle regioni in cerca del clima ideale, e si era preoccupato
perché era già arrivata la sera e Adam non era ancora rincasato.
Così anche lui, come era successo a Dagmar anni prima, aveva
visto se stesso piangere la morte del secondo figlio, e – ironia del
caso – per circostanze analoghe a quelle in cui era morta la primogenita. Aveva fatto in tempo e l’aveva finalmente trovato. Ma
non era riuscito a trattenere un moto di stupore quando l’aveva
visto uscire dal lago ghiacciato, era stato Adam stesso a rompere
lo strato gelato (Jonathan si era accorto che il bambino aveva uno
dei coltelli che utilizzavano per la caccia, oltre che, a volte, per
scuoiare i pesci) e a infilarsi lì dentro. E poi, quando era emerso da
quelle acque gelide e mortali, non aveva battuto i denti una sola
volta, come se la sua temperatura corporea fosse rimasta quella
di sempre e non fosse improvvisamente scesa sotto lo zero.
Tornati a casa, Jonathan gli chiese spiegazioni.
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