una barca simile: l’isola maledetta di U’athkal.
Jonathan ne aveva sentite talmente tante sul conto dell’isola di
U’athkal che ormai si era convinto che chi raccontava quegli aneddoti facesse a gara con gli altri per costruire la storia più inverosimile. Qualcuno diceva che U’athkal era la sede del demonio in
persona. Secondo altre versioni invece, U’athkal era solo la sede
degli adoratori del demonio; ma secondo altri ancora era il rifugio ideale per i fuorilegge, sicuri che le autorità non si sarebbero
mai avventurate nel mare di Alltaf Kalt. Jonathan aveva sentito
dire persino che gli abitanti di U’athkal erano cannibali e che il
loro piatto preferito era la carne fresca di neonato.
Storie davvero inverosimili, si era detto tante volte. E tante volte
gli era stato descritto il totem adorato dagli sciagurati che in quel
luogo maledetto avevano messo dimora. Quel totem raffigurava
proprio Chernabog e quella barca proveniva senza alcun dubbio
da U’athkal. Ma quando Jonathan decise di esplorare quella misteriosa barca appena arrivata, facendo molta attenzione a non
far allontanare troppo la propria, si accorse che essa custodiva
una coperta, che a sua volta avvolgeva un neonato profondamente addormentato (Jonathan si chiese subito come potesse
essere ancora vivo).
Decise di raccogliere la coperta e il bebè ivi avvolto. Questi aprì
gli occhi ed emise un vagito. Jonathan decise di sorridergli ed il
piccolo iniziò a muovere le manine in segno di felicità.
Il resto è facile da immaginare.
Ma non è altrettanto facile immaginare la reazione di Dagmar
quando vide suo marito, di ritorno in tarda serata (altro che cena!)
non soltanto senza un solo pesce ma con un fagotto in cui era avvolto un bambino trovato in una barca maledetta!
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