SB Storie Bizzarre SB 1.4 | Page 66

mani copriva gli orecchi. Accortosi di me, contravvenendo al raziocinio, inforcò la portafinestra e fu sul balcone, prestando l’appiglio delle braccia al suo compare. Riflettei sul grottesco ripiego: il ciclope non era una cima. Non volevo più telare, preferivo catturarli piuttosto che temerne il disperdersi... Stranito, afferrai un matterello e raggiunsi l’energumeno che cingeva l’amico per le braccia, lo colpii alla nuca, lui mollò la presa accasciandosi dietro la ringhiera, mentre l’altro ricadde nell’aiuola sottostante e disparve tra le siepi. Tra ematoma e otorragia, quello grosso era malridotto, col sangue che gli correva giù per il collo fino a intridere i cenci sdruciti. Si sdraiò al suolo e perse conoscenza. Era inerte: frapposi le persiane, accostai i battenti, chiamai la polizia. Aspettavo la cavalleria, e qualcuno cominciò a latrare da basso; alla portafinestra, schermito dalla persiana, occhieggiando tra i suoi buchi, vidi l’uomo ancora riverso sul gres del balcone. Allora una vecchia reclamò le spoglie di suo figlio: dunque l’avevo ucciso. Atterrito, spensi la luce. Lei disse che avrebbe mandato qualcuno a raccogliere la salma, che voleva fosse depezzata e sepolta tra i rifiuti, e rise; mi diressi alla co ɹ