Li ho visti ammazzare i nostri compagni indifferentemente
con le armi… con gli artigli… e con le zanne. - Tauro, si passo
una mano sugli occhi, come per allontanare quelle immagini
e si rialzò in piedi.
- A quel punto le nostre fila hanno ceduto e ci hanno fatto a
pezzi, la nostra ritirata si è trasformata in rotta.
La nostra fortuna è stata quella di fuggire nella vostra
direzione, ed è solo grazie alla tua manovra, fratello, - posò
una mano sulla spalla di Druso, - che molti di noi e soprattutto
l’aquila sono in salvo. Per il momento. Primo Lentulo Ardente il centurione della terza si strinse nel
mantello grondante.
- Come ne usciamo? Tauro allargò le braccia.
- Per come la vedo io, abbiamo una sola scelta: questa collina
ci offre un’ottima posizione difensiva, a occhio potremmo
resistere anche un paio di giorni. - Cosa? Ma è un suicidio. - replicò Ardente, - Io dico di
aprirci la strada combattendo verso ovest, Castra Vetera e la
guarnigione del legato Asprenate non sono cosi lontani. Druso lo interruppe.
- No. Io sono d’accordo con Tauro, la foresta è troppo fitta
per organizzare una formazione difensiva, ci braccherebbero
come bestie. Accendiamo un fuoco sulla collina e difendiamoci
qui, se le altre due legioni hanno avuto più fortuna di noi ci
verranno a recuperare. - No, no. Se restiamo qui ci faranno a pezzi. Sparpagliamoci
e raggiungiamo Asprenate. - propose Fillio, il centurione più
giovane, della coorte, - Non possono prenderci tutti, io dico
di aspettare che faccia buio e poi corriamo a Castra Vetera
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