zanne lunghe un palmo che escono dalle loro bocche, e
soprattutto... - sollevo` il suo gladio, Druso sentì un brivido
gelido lungo la schiena mentre osservava la lama coperta di
sangue verdastro.
Dvorak, signore e padrone delle terre profonde, osservava
infastidito quegli insignificanti e patetici esseri nascosti
dietro grossi scudi rossi, era stato evocato per sterminarli,
non sapeva perché, ma così doveva essere. Arminio, il capo
degli stregoni che lo avevano condotto in quell’orrendo
mondo, fremeva al suo fianco già pregustando la vendetta
contro i nemici romani. A Dvorak non importava, avrebbe
scatenato i suoi Hogger o orchi, come erano chiamati in quel
mondo, contro quei deboli umani, solo le catene imposte dal
vincolo di evocazione evitava ad Arminio e al suo popolo
di fare la stessa fine. Magari dopo, sorrise fra sé, ci sarebbe
stata l’occasione di far capire che non era uno schiavo e forse
si sarebbe saziato anche del sangue di coloro che pensavano
di averlo in pugno.
- Perché hai permesso che si ritirassero sulla nostra collina?Dvorak sbuffò dalle larghe narici quando la voce fastidiosa
di Arminio interruppe i suoi pensieri.
- Adesso sarà più difficile ammazzarli, perderemo molti
uomini, avremmo dovuto sterminarli nella radura. Proseguì il guerriero germano trattenendo a stento l’ira.
Dvorak girò lentamente la testa coperta da placche ossee
verso il principe dei Cherusci mentre del vapore si condensava
intorno ai suoi spettrali occhi rossi.
- I tuoi uomini sarebbero stati capaci di farsi ammazzare
come pecore in quella radura. -
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