disadattati, oggi… Fate presto…!>>
Senza opporre alcuna resistenza, Kiro lasciò che la sua stanza
fosse messa a soqquadro, le sue cose impacchettate e pronte
per essere esaminate dagli esperti del Ministero che da anni
cercavano di redigere una mappa psicologica degli hikikomori
in base agli elementi forniti dagli stessi autoesiliati sottoposti
a recupero coatto. L’impero di solitudine e silenzio, il deserto
delle relazioni umane, il rifugio di Kiro era stato espugnato
da quelle stesse forze sociali che, anni addietro, avevano
contribuito alla realizzazione del disadattamento di migliaia
di giovani giapponesi, e anche molti adulti, in nome di un
forzato progresso. E ora quelle stesse istituzioni governative
cercavano di porre rimedio agli errori culturali e sociali
degli anni passati con una bella legge repressiva studiata
all’uopo. I legislatori amavano parlare di “legge umanitaria”,
ma in realtà si trattava dell’ennesima toppa legislativa di
un governo che non avrebbe mai rinunciato al prioritario
progresso tecnologico dell’amata patria.
Mentre veniva gentilmente invitato a salire sull’auto del
Dipartimento, Kiro percepì una strana sensazione sulla
propria pelle, quasi un sottile dolore che in modo graduale
stava diventando insopportabile, subito dopo essere uscito
di casa, scortato dai tre poliziotti: erano i tanto temuti raggi
solari che riprendevano il loro lavoro, interrotto quasi quattro
anni prima, sull’epidermide di Kiro. Degli speciali occhiali da
sole forniti dalle autorità avrebbero impedito seri danni alla
retina e un medico era pronto a intervenire con un’ampia
gamma di sedativi nel caso in cui dei comprensibili attacchi
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