recuperare la visuale giusto in tempo per intravedere al
di là delle teste dei nemici ciò che rimaneva del corpo del
governatore Varo appeso al palo e, subito dietro, il mostro
che l’aveva ucciso circondato dalle sue guardie.
- Avanti! - urlò con la voce resa roca dalla sete.
- Avanti fratelli, un ultimo sforzo e ci saremo guadagnati la
giornata! - i legionari che lo circondavano con un grugnito
aumentarono gli sforzi spingendo con tutto il peso sugli
scudi. I barbari concessero ancora terreno.
Ce l’avevano fatta, lo schieramento nemico aveva ceduto,
molti barbari iniziavano a scappare sopraffatti dalla potenza
dell’esercito romano, quando improvvisamente delle urla,
inumane, arrivarono dalla foresta buia.
Una moltitudine di esseri bestiali uscirono dalla selva
investendo il lato sinistro dello schieramento romano, Druso
sconvolto vide gli uomini di Tauro cercare di resistere, ma
venivano sopraffatti dal numero, dalla ferocia di esseri
alieni, giganteschi che combattevano come forsennati senza
smettere di urlare. Druso vide uno di quegli esseri afferrare
un legionario e strappargli a morsi brani carne dal volto.
Tauro si voltò e quando incrociò lo sguardo di Druso abbassò
per un momento lo scudo e il gladio, si portò il pugno al
petto e sorrise, poi gli diede l’ordine di ritirarsi. Druso
capì immediatamente che l’amico, intendeva sacrificare se
stesso e la sua centuria per permettere al resto dell’esercito
di ritirarsi, fece un passo verso Tauro ma questi scosse la
testa e ripeté l’ordine, stavolta con rabbia. Druso sapeva che
ubbidire era la decisione più sensata, annui lentamente e
si portò il pugno al petto salutando per l’ultima volta il suo
amico, dopodiché si voltò e urlò al buccinator di suonare la
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