Rrivista Cultura Oltre - 11° numero- Novembre 2019 Rrivista Cultura Oltre - 11° numero- Novembre 2019 | Page 6

lingue moderne, la musica, il disegno e la scultura, mentre si dedicava a numerose atti- vità sportive, come tennis, nuoto, equitazione e, soprattutto, sci e alpinismo. L’amore per la montagna, che fu una costante nella vita e nell’immaginario poetico della Pozzi, scaturì dalla frequentazione di Pasturo, un piccolo paese della Valsassina, dove la fami- glia aveva acquistato una villa settecentesca e trascorreva le vacanze: Antonia vi rico- nobbe sempre il rifugio prediletto in cui ritrovare se stessa, le sue radici e il luogo in cui sarebbe ritornata. Nel 1927 Antonia si iscrisse nella sua città al liceo classico Alessandro Manzoni e a questo periodo risalgono alcuni incontri destinati a lasciare una traccia in- delebile nella sua esistenza: conobbe infatti Lucia Bozzi ed Elvira Gandini (allora già studentesse universitarie), che ella usava chiamare ‘sorelle d’adozione’, e Antonio Ma- ria Cervi, suo professore di latino e greco, di cui si innamorò profondamente. Sardo di origine (era nato a Sassari nel 1894), uomo di cultura straordinaria e insegnante cari- smatico, Cervi si sarebbe trasferito l’anno successivo a Roma, dove, nel 1940, avrebbe ottenuto la libera docenza di letteratura greca, storia della filosofia antica e storia com- parata delle lingue classiche. La relazione iniziò come una frequentazione in un contesto familiare (durante le vacanze pasquali del 1928 e del 1929 la famiglia Pozzi si recò in viaggio a Roma e Napoli e Cervi fece loro da guida), ma a partire dal 1930, nonostante la distanza, sfociò in un legame sentimentale che condusse a progetti matrimoniali; for- temente osteggiato dalla famiglia Pozzi, il rapporto si protrasse alcuni anni e si concluse definitivamente nel 1933. Al 1929 risalgono le prime liriche di Antonia, alcune delle quali furono ispirate alla sofferta relazione. Nel medesimo anno maturò in lei anche la passione per la fotografia, destinata ad accompagnarla per tutta la sua esistenza. Nel 1930 si iscrisse al corso di filologia moderna della facoltà di lettere e filosofia presso la Regia Università di Milano, dove frequentò le lezioni di estetica di Giuseppe Antonio Borgese fino a quando questi, sgradito al regime, fu costretto a lasciare l’insegnamento. Nell’estate del 1931 intraprese un viaggio studio in Inghilterra, dietro cui i bio- grafi riconoscono in realtà un tentativo dei ge- nitori per allontanarla da ‘Antonello’, come la poetessa soprannominava Cervi; il loro rapporto sentimentale diventava, infatti, fonte di un sem- pre crescente tormento. Motivo di conforto fu la frequentazione affettuosa di Paolo Treves, cui si aggiunse l’amicizia con il poeta Tullio Gadenz, conosciuto proprio nel 1933 quando Antonia fu costretta alla «scelta terribile» di separarsi dall’amato. Nello stesso periodo con la famiglia viaggiò nell’Italia del Sud e poi a Venezia e Vienna, mentre l’anno seguente effettuò una crociera nel Mediterraneo. Pozzi viveva ancora momenti spensierati in occasione dei soggiorni in montagna, dove effettuava escursioni e scalate al seguito degli alpinisti più famosi dell’epoca, come Guido Rey, autore del libro Il tempo che torna (Torino 1929) che aveva appassionato la scrittrice. A partire dal 1934 frequentò le lezioni universitarie di Antonio Banfi, subentrato nella cattedra di estetica a Borgese, ed entrò in contatto con il folto gruppo di allievi che gravitavano intorno a lui in questi anni e che poi svolsero un ruolo di primo piano nella vita culturale italiana. Si laureò nel novembre del 1935 e collaborò con la rivista, in cui comparve nel 1938 un suo saggio su Aldous Huxley. Si legò profondamente soprattutto a Formaggio, Sereni e Cantoni: l’amicizia con quest’ultimo si approfondì fino a che Antonia non im- 5