RIVISTA VETRO Novembre/Dicembre 2022 | Page 49

PRODOTTO INTERNO LORDO , INDICI CONCATENATI
I TRIMESTRE 2010 - III TRIMESTRE 2022 , INDICI DESTAGIONA- LIZZATI E CORRENTI PER GLI EFFETTI DI CALENDARIO ( ANNO DI RIFERIMENTO 2015 )
PRODOTTO INTERNO LORDO , VARIAZIONI PERCENTUALI CONGIUNTURALI E TENDENZIALI
I TRIMESTRE 2015 - III TRIMESTRE 2022 , DATI CONCATENATI DESTAGIONALIZZATI E CORRETTI PER GLI EFFETTI DI CALENDARIO ( ANNO DI RIFERIMENTO 2015 )
110
105
% 20,0 15,0
Variazione congiunturale ( scala sinistra ) Variazione tendenziale ( scala destra )
% 20,0 15,0
100
10,0
10,0
95
5,5 0,0
5,5 0,0
90
-5,0
-5,0
85
-10,0 -15,0
-10,0 -15,0
80 -20,0
-20,0
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
prima conseguenza è una disoccupazione in salita al 9,4 %, più in alto dell ’ 8 % prospettato dal Governo . Lo scenario è simile a quello tedesco , a cui l ’ FMI attribuisce un PIL a -0,3%. Ma non vale il proverbio “ mal comune mezzo gaudio ”. Fra Germania e Italia la differenza la fa il debito . Quello tedesco , grazie a un deficit inferiore al nostro , è visto in riduzione dal 71,1 % del PIL di quest ’ anno al 68,3 % del prossimo , mentre il deficit italiano non crescerebbe , ma arresterebbe la discesa virtuosa degli ultimi anni attestandosi al 147,1 % del PIL come nel 2022 . Così , mentre il Governo tedesco può permettersi di aumentare il proprio debito di 200 miliardi per difendere dal caro bollette le imprese e le famiglie tedesche , l ’ I- talia riesce al massimo a racimolare qualche miliardo grattando il fondo della pentola del budget . Con i tassi che salgono e la BCE che al massimo rinnoverà il debito italiano in portafoglio quando scade , ma ha smesso di acquistarne di nuovo , il finanziamento a debito del Sistema Italia torna a dipendere dalla volubilità dei mercati . Che hanno già acceso un faro sulla dinamica del debito italiano , come provano gli avvertimenti a ripetizione pervenuti dalle varie agenzie di rating , da Moody ’ s che promette un downgrade in caso di stop alla discesa del debito a Fitch , che sottolinea i rischi nell ’ attuazione del PNRR . In più , fra le previsioni delle agenzie e quelle del Governo italiano riguardo al deficit c ’ è una certa distanza . Nei documenti ufficiali di finanza pubblica il disavanzo del prossimo anno scenderebbe al 3,4 % soprattutto grazie alla corsa ulteriore dell ’ IVA e delle altre imposte indirette nutrite dall ’ inflazione . Invece per il FMI il deficit si attesterà al 3,9 % dopo il 5,4 % di quest ’ anno ( il Governo indica un 5,1 % ma senza le spese per il nuovo decreto aiuti di novembre ). Mezzo punto di PIL , poco meno di 10 miliardi , non è poco . E non abbiamo ancora messo nel conto i costi della nuova legge finanziaria , che non potrà trascurare nuovi interventi per l ’ energia , l ’ adeguamento delle pensioni all ’ inflazione , il rifinanziamento di settori come gli enti locali e la sanità , da anni in grave sofferenza , e altro . E , infine , la tenuta delle previsioni dipende dal fatto che si trasformino in realtà le proiezioni di crescita per il 2023 , che il Governo ipotizza del + 0,6 % nello scenario di base , sul quale però gravano i rischi di uno stop totale delle forniture di gas russo ( 5 decimi di crescita in meno ), di un rallentamento ulteriore del commercio globale ( 2 decimi in meno ), di un rafforzamento dell ’ euro oggi ai minimi sul dollaro ( 3 decimi ) e di un allargamento dello spread ( un decimo ). Insomma , se il 2022 si chiude con un bilancio più roseo del previsto il 2023 viceversa parte in salita , senza potere contare su una “ eredità ” positiva come è stato per l ’ anno precedente , che si è giovato della spinta del grande rimbalzo del 2021 . E occorre aggiungere che tutte queste previsioni , anche le più pessimiste , non considerano i possibili sviluppi peggiori della situazione internazionale . In quel caso , le divergenze sui decimali del PIL o del debito pubblico diventerebbero del tutto irrilevanti .
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