PRIMA EDIZIONE DI INGENIUM , IL RAPPORTO DEL CENTRO STUDI DI CONFINDUSTRIA
PRESENTATA A FINE MAGGIO LA
PRIMA EDIZIONE DI INGENIUM , IL RAPPORTO DEL CENTRO STUDI DI CONFINDUSTRIA
REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DI FEDERMACCHINE SUL
POTENZIALE DEI BENI STRUMENTALI ITALIANI NEL
MONDO
a cura di Centro Studi Confindustria
realizzabili - ha detto Barbara Beltrame Giacomello , Vice Presidente per l ’ internazionalizzazione di Confindustria - I macchinari costituiscono sempre una delle prime voci tra i prodotti venduti all ’ estero e rappresentano una parte significativa del nostro export . Un export che dagli ultimi dati vede dei segnali di rallentamento dopo i livelli record registrati negli ultimi anni e che ha sostenuto la competitività dell ’ industria italiana in un contesto internazionale reso estremamente sfidante e incerto . Un motivo in più
BELTRAME GIACOMELLO : È NECESSARIA UNA POLITICA DI SISTEMA CHE ACCOMPAGNI LE IMPRESE SUI MERCATI ESTERI per continuare a scommettere sul nostro Made in Italy e impegnarci a rafforzarlo senza farci spaventare . Anche perché come si vede da questi dati ci sono grandi potenzialità che dobbiamo essere in grado di mettere a terra con una vera politica di sistema che accompagni le imprese , in particolare le piccole e medie , nei mercati esteri ”. “ Riconosciuto per le ottime performance , il Made in Italy settoriale assicura da sempre un contributo decisivo al saldo della bilancia commerciale del Paese . È infatti l ’ industria meccanica , nella quale rientra quella rappresentata da Federmacchine , a registrare il surplus commerciale maggiore . Ora , con il Rapporto Ingenium , le imprese del settore hanno a disposizione uno strumento in più per comprendere come e ove orientare la propria offerta considerando i mercati a maggiore potenziale , e alcune indicazioni strategiche per meglio presidiare le aree di sbocco ”, ha affermato Alfredo Mariotti , Segretario Generale di Federmacchine . Dal Rapporto emerge che tra i mercati avanzati quelli che offrono un maggiore potenziale sfruttabile sono gli USA ( con un potenziale di export aggiuntivo stimato in circa 1,7 miliardi di euro ), Francia e Germania a pari merito ( 600 milioni di potenziale ), poi Austria e Canada . Il potenziale aggiuntivo negli emergenti è guidato dal mercato cinese , dove è ancora sfruttabile il 52 % del potenziale di export totale per un ammontare pari a circa 2 miliardi di euro . Questo potenziale in Cina è dovuto in larga parte alla dimensione del mercato . Seguono Turchia ( potenziale di 700 milioni ) e India ( 600 milioni ), poi Messico e Brasile . L ’ Italia risulta inoltre tra i primi esportatori sia per quota di mercato sia per competitività tra i fornitori internazionali di prodotti ACT ( automazione , creatività e tecnologia ). Nel 2020 l ’ Italia si è qualificata quinta dietro Cina , Regno Unito , Germania e Austria . I principali importatori di macchinari ACT provenienti dall ’ Italia rimangono gli Stati Uniti , seguiti dalla Germania e dalla Cina . L ’ export ACT vale quasi 28 miliardi di euro . Il valore delle esportazioni di macchinari italiani ACT nel mondo può essere diviso per mercati di destinazione . Quelli ad avere maggiore peso sono i mercati avanzati , che insieme assorbono più di 18 miliardi di euro . Il valore delle esportazioni nei mercati emergenti è invece più limitato e registra poco più di 9 miliardi di euro . L ’ export di ACT è cresciuto in particolar modo nelle Americhe , tanto del Nord quanto in America Latina e nei Caraibi , così come nel continente europeo , destinazioni che hanno registrato la crescita maggiore nel corso del 2022 rispetto ai tre anni precedenti . Il Rapporto indica anche la strada per attivare il potenziale suggerendo di intervenire su vari assi per la competitività delle imprese , come supportare la servitizzazione ( la fornitura di servizi aggiuntivi post vendita ); adottare comportamenti più sostenibili ; favorire i trattati internazionali ; stimolare l ’ innovazione .
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