A prescindere da quando potrà finire lo scontro militare in Ucraina ( i più pessimisti parlano di un anno , forse anche due , ma naturalmente si spera nel miracolo di una trattativa che fermi la strage ), le conseguenze della guerra continueranno a lungo . Perché , in ogni caso , l ’ Europa ha fatto la scelta strategica di sganciarsi dalla dipendenza dal petrolio e soprattutto dal gas russo . Ma questo farà ( e già fa ) crescere la domanda presso i cosiddetti fornitori alternativi , i quali si troveranno in una posizione di mercato molto favorevole a mantenere alti i prezzi . Una situazione che si aggiunge agli effetti della vigorosa ripresa mondiale dopo i lockdown dovuti alla pandemia , che stava già creando pressioni sulle fonti energetiche e le materie prime facendo schizzare i prezzi ben prima della crisi ucraina . L ’ Italia anche questa volta si è fatta trovare impreparata . Colpa delle scelte poco lungimiranti del passato . Nel 2001 l ’ Italia produceva il 25 % del gas che consumava , nel 2021 il 3 %. La mancata produzione è stata sostituita con il gas importato . Ciò ha prodotto anche un aggravamento dell ’ impatto ambientale , perché si sono aggiunti gli effetti del trasporto . Per non parlare dei maggiori costi , di avere indebolito le nostre imprese e finanziato altri Paesi . I prossimi sei mesi saranno cruciali . Uno stop di fornitura russa in tempi brevi sarebbe un problema per il prossimo inverno perché vi si arriverebbe con gli stoccaggi vuoti . E il turismo energetico del Governo fra Levante , Maghreb e Africa a caccia di nuovi fornitori ha sì promesso circa 25 miliardi di metri cubi di gas ( per colmare un “ buco ” che però potrebbe ammontare a circa 40 ), ma per avere le nuove forniture a regime bisognerà aspettare almeno fino al 2024 . Ci sarebbe il gas liquido promesso dagli USA . Ma , oltre al fatto che costa ben di più del gas importato dalla Russia , senza l ’ entrata in funzione di nuovi rigassificatori le forniture non potranno aumentare più di tanto . Per accelerare i tempi il Governo intende acquistare alcuni rigassificatori galleggianti , da posizionare in mare , i primi due nelle aree di Piombino ( Tirreno ) e di Ravenna ( Adriatico ). Ma il primo di essi potrebbe essere installato non prima dell ’ inizio del 2023 . Le riserve italiane di gas al momento sono al 39 % della capacità , e per sopravvivere all ’ inverno occorre portarle almeno