RIVISTA VETRO Feb/Mar 2024 | Page 61

Figura 14 _ Esempi di situazioni che possono portare a sollecitazioni termiche differenziali di grande entità ( sopra applicazione di vetrofanie , sotto ombre esterne ) [ VADEMECUM - Sollecitazione di natura termica nel vetro - Indicazioni operative per le applicazioni in edilizia - Assovetro 2013 ]
stre induce una superficie lungo il bordo profondamente frastagliata . Tanto più profonda è la cricca tanto minore è lo sforzo dovuto alla dilatazione termica differenziale che la lastra è in grado di sostenere . Il vetro non molato è quello più soggetto alle rotture per sollecitazione termica ( vedi Figura 13 ). Il processo di molatura ha come obiettivo quello di eliminare le cricche più profonde e di regolarizzare la difettosità del bordo . Rispetto all ’ ipotesi di impiegare vetro sfilettato , già la molatura a filo grezzo ( m . f . g .) rappresenta un passo avanti verso la riduzione del rischio di rottura per stress termico , ma la rugosità superficiale risulta ancora apprezzabile . La molatura a filo lucido ( m . f . l .) dei bordi delle lastre è un buon viatico per ridurre ( non scongiurare ) sensibilmente il rischio di rottura per sollecitazione termica . L ’ immagine ottenuta al microscopio elettronico di un bordo molato a filo lucido mostra che la superficie non sarà mai liscia , ma che le difettosità possono essere fortemente ridotte in profondità . Per garantire che le sollecitazioni termiche non causino rotture è necessario temprare ( o indurire termicamente , dipende dall ’ accumulo di calore dovuto a ombre o trattamenti superficiali ) la lastra di vetro soggetta a maggiore sollecitazione termica ( vedi Figura 14 ). A questo punto è lecito chiedersi il perché di questo approfondimento : se il vetro preso in considerazione è soggetto a riscaldamento solare le lastre sono soggette a cicli di sollecitazione termica a causa del riscaldamento differenziale tra regione centrale e bordo alloggiato nel telaio ; inoltre , trattandosi di vetrocamera il vetro risulta anche ciclicamente sollecitato dagli sforzi indotti dai carichi climatici . La combinazione di queste sollecitazioni può comportare , nel tempo , l ’ innesco di fratture per stress termico . Per avere la certezza che queste sollecitazioni indotte dalla temperatura possano portare a rottura il vetro è necessario :
I ) trattare termicamente i vetri , ma oltre ad un aggravio di costi sicuramente insorgono , nel prodotto finito , anche fenomeni di distorsione ottica fortemente dipendenti dalla qualità di tempra che si è in grado di realizzare ;
oppure
II ) sottoporre le lastre di vetro a tempra chimica dei bordi per creare una precompressione superficiale e , nel contempo , minimizzare fenomeni di distorsione ottica . È necessario , in questo caso , avere la consapevolezza di dovere stratificare il vetro temprato chimicamente dato che non è considerato un vetro di sicurezza ( come lo è invece il vetro temprato termicamente ).
In questo caso , così come nel caso dei vetri ricotti , le operazioni di installazione devono essere particolarmente rispettose dello stato di finitura dei bordi perché l ’ operazione di tempra chimica raggiunge profondità dell ’ ordine di 0,1-0,2 mm . La molatura a filo lucido consente di mantenere la planarità del vetro e di evitare i trattamenti di tempra ( termica o chimica ), ma non elimina completamente il rischio di rotture per sollecitazione termica .
61