RIVISTA VETRO Feb/Mar 2024 | Page 53

Figura 15 – Portale con mappa del rischio climatico nelle città italiane ( https :// cittaclima . it / mappa ) mento ai cambiamenti climatici . Ciò è in parte dovuto all ’ incertezza su quanto velocemente ( e in quale misura ) il clima cambierà e influenzerà i sistemi naturali e umani , nonché sull ’ efficacia delle politiche e delle misure già oggi intraprese . A questo riguardo , i dati sui rischi e sulle perdite economiche legati al clima sono cruciali per migliorare l ’ accuratezza della valutazione del rischio climatico . Al momento , i dati disponibili che quantificano tali aspetti sono ancora limitati e spesso , una volta raccolti , non sono registrati e / o non sono disponibili in formati e database accessibili . È inoltre chiaro come la resilienza dell ’ involucro edilizio nei confronti di fenomeni estremi sia fondamentale e debba essere raggiunta attraverso un ’ attenta pianificazione e un ’ accurata progettazione , che consideri le condizioni meteorologiche e ambientali al contorno , l ’ individuazione delle zone più critiche dell ’ edificio e l ’ utilizzo di tecnologie costruttive e strategie progettuali specifiche , con l ’ obiettivo di minimizzare il rischio senza incorrere in costi di costruzione e manutenzione eccessivi . Tuttavia è bene evidenziare come un buon progetto non sia sufficiente , in quanto l ’ effettiva prestazione di una soluzione di involucro non è legata solamente ad una buona progettazione ma anche alla sua qualità costruttiva e di installazione , oltre che di manutenzione . Da ultimo , si evidenzia che in Europa sono da tempo presenti compagnie assicurative che tutelano gli edifici in caso di eventi estremi , ma non esistono requisiti di progettazione riguardanti la resistenza dell ’ involucro edilizio all ’ impatto dei detriti trasportati dal vento . Al fine di limitare i danni economici , in alcuni Paesi europei si ricorre già all ’ assicurazione contro i danni derivanti da calamità naturali sulle abitazioni , in alcuni casi su base volontaria ( Danimarca , Belgio ), in altri obbligatoria ( Francia , Spagna ) oppure incentivata da prezzi ridotti ( Germania , Portogallo , Gran Bretagna ). In Italia solo il 5,3 % delle oltre 35 milioni di unità abitative è assicurato contro gli eventi climatici catastrofici , mentre si è protetti nel 44,2 % dei casi contro gli incendi . A livello aziendale , in media solo il 7 % delle imprese ( in particolare piccole e medie ) è coperto per rischi naturali e climatici . Come conseguenza , lo Stato si fa carico dei costi delle ricostruzioni , spesso con ritardi rilevanti nei contributi che determinano la chiusura di attività o l ’ abbandono di interi territori . Una maggiore diffusione delle polizze assicurative avrebbe il vantaggio di aumentare l ’ attenzione e la cura verso l ’ ambiente costruito , integrandosi con gli strumenti per la gestione e la manutenzione di un edificio , con l ’ obiettivo di accelerare la diffusione delle informa-
zioni sui rischi degli edifici e sulle strategie per ridurli . L ’ adattamento al contesto climatico attuale , caratterizzato da eventi estremi sempre più frequenti , richiederà un approccio multidisciplinare e lo sviluppo di una cultura del rischio , dove una corretta e adeguata comunicazione agli utenti degli edifici diverrà essenziale per prepararsi e per affrontare in modo efficace
e consapevole tali eventi , così come per promuovere cambiamenti , anche comportamentali , necessari a mitigarne gli effetti .
Figura 16 – Percentuale edifici assicurati contro calamità naturali in Italia ( censimento Istat 2021 )
Figura 17 – Stima percentuale delle imprese assicurate per rischi naturali e climatici ( dati AIPA )
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