Rivista Cultura Oltre - 8° numero - Agosto 2019 Rivista Cultura Oltre - 8° numero - Agosto 2019 | Page 15

IL PUNTO DI VISTA “LA BUONA SANITÀ” M ARIANTONIETTA V ALZANO Ho sempre letto o ascoltato notizie di sfaceli vari nell’ambito della sanità. Tragedie le cui sorti hanno portato a perdite di vite che non potranno mai essere né risarcite né colmate. Sinceramente ho sempre sti- mato la Sanità Italiana come fiore all’occhiello di questo Paese; lo posso asserire da una lunghissima esperienza di famiglia dilaniata da malattie e disgra- zie che hanno portato a una decimazione inelutta- bile. Ricordo con estremo dolore il periodo del dicembre 1984, quando mio padre fu salvato da un’operazione alla testa tentata con una volontà coriacea, a cui sono seguiti a distanza brevissima altri quattro interventi, tutti svolti all’Ospedale San Camillo di Roma. Ma non solo in questo caso ho potuto vedere come funzionano gli ospedali italiani: in- fatti nel corso della mia vita ho vissuto esperienze di malattia dei miei nonni, zii, cugini in diverse strutture quali il Fatebenefratelli, il Policlinico Umberto I e in strutture al di fuori di Roma, come l’Ospedale di Rieti e Terni. Ovviamente non sono stati tutti eventi vittoriosi, perché ci sono mostri che divorano le carni contro cui si sta ancora studiando per trovare soluzioni, ma i miei ricordi sono relativi alla dedizione e allo sforzo del personale medico, un Capitale Umano che ab- biamo solo in questo Paese, dove non si ha quasi più niente. Ultimamente ho vissuto un’ennesima “avventura’’ (denominata così giusto per sdram- matizzare un pochino): mia mamma ha dovuto effettuare un intervento in via endosco- pica di embolizzazione aneurisma cerebrale. Non fui d’accordo all’inizio quando mi venne proposto; l’età e le condizioni molto dif- ficili di mia mamma mi facevano temere il peggio…il disastro, ma poi mi è stato spie- gato il pericolo e la necessità di procedere proprio affinché le sue condizioni già com- plesse e precarie non degenerassero in drammatiche, al punto da preferire la dipartita finale all’offesa maggiore fisica e mentale. Pertanto, dopo essere approdate al Policlinico Gemelli, senza raccomandazioni e con molto scetticismo iniziale, passando per il Pronto soccorso dell’Umberto I (dove mia mamma è in cura da diversi anni presso ottimi dottori), con un ictus devastante in corso, ho conosciuto esponenti di quel prezioso Capitale che con tenace competenza e volontà hanno fatto sì che ancora una volta mia mamma tornasse a casa capace di intendere e di volere anche se non del tutto autonoma (come è ovvio sono cosciente che non potrà mai tornare autonoma e indipendente). In ciò non vi è stato un accanimento terapeutico pe- dante che aggiunga anni alla vita …ma per aggiungere una sostenibile e dignitosa qualità di vita agli anni che restano. 14