Rivista Cultura Oltre 7^ e 8^ numero - LUGLIO - AGOSTO 2018 rivista-cultura-oltre LUGLIO AGOSTO 2018 | Page 10

“Dalla società dello spettacolo, allo spettacolo della forca” (The spectacle of the scaffold) – Fra Guy Debord e Michel Foucault – di Apostolos Apostolou” di La struttura dello spettacolo è una castrazione simbolica. Cioè lo spettacolo sostiene con forza la regia tra significante e significato. Si muove dal principio che dice: “Il desiderio è sempre il desiderio dell‘altro”. (Le désir de l’homme est le désir de l’Autre). Con altre parole gli uomini devono salvare lo spettacolo siccome lo spettacolo ha il compito di introdurre attraverso delle immagini il tempo nuovo. Possiamo guardare la storia bizantina, la lotta con le immagini. Iconoclastia era, infatti, la vittoria dell’immaginario. L’uomo si accorge che l’immagine ha un elemento immaginario, cioè un valore simbolico che è insuperabile. (Iconoclastia è l’impulso alla distruzione delle immagini, in particolare le raffigurazioni di Dio e dei santi, o almeno a vietarne la produzione era insito nella spiritualità del cristianesimo. Anche coloro che non rifiutarono mai completamente le immagini sentirono l’esigenza di controllarne l’uso per premunirsi contro il pericolo dell’idolatria, il rischio che i fedeli potessero sostituire le icone a Dio come oggetto di devozione – Enciclopedia Treccani). Guy Debord Guy Debord descrive assolutamente la struttura dello spettacolo come castrazione simbolica. “La prima fase del dominio dell’economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un’evidente degradazione dell’essere in avere. La fase presente dell’occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell’economia conduce a uno slittamento generalizzato dell’avere nell’apparire, da cui ogni “avere” effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima.” (Guy Debord, La società dello spettacolo, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2001). Ciò che aliena l’uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l’oppressione diretta del padrone ed il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che Debord identifica come «un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini». ( Guy Debord, La società dello spettacolo, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2001) Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione sono ciò che caratterizza l’attuale condizione umana Ciò che rende lo spettacolo ingannevole e negativo è il fatto che esso rappresenta il dominio di una parte della società, l’economia, su ogni altro aspetto della società stessa; la mercificazione di ogni aspetto della vita quotidiana rompe quell’unità che caratterizza la condizione umana propriamente detta: « Più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo 10