Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | страница 9

senso solo a condizione che io ne sia privo, che io sia pazzo: intenda chi può, intenda chi muore…». Come scrive Maria Esposito «… nel sacrificio di cui scrive Bataille sono presenti i due sacri, giacché esso “distrugge ciò che consacra”, in un “consumo definitivo” e irreversi- bile. Il principio del sacrificio è allora la distruzione: sacrificando, si desidera distruggere la cosalità della cosa, restituendo la vittima al re- gno da cui proviene (l’immanenza), sottraendola all’ambito dell’uti- lità (non a caso si sacrificano sempre cose utili). Bataille dedica alcune pagine allo studio antropologico del “potlach”, di quella pratica, dif- fusa presso certe tribù indiane, con cui il capo-tribù, quando riceve il capo di un’altra tribù, fa un sacrificio con cui spreca e distrugge risorse per dimostrargli la propria sovranità e per legare la controparte, che si vede così costretta a compiere a sua volta un sacrificio ancora più ricco. Il sacrificio è per Bataille caratterizzato dalla morte, la quale – quasi heideggerianamente – non è mai la mia morte, è sempre quella altrui. E con la morte torno ad essere una goccia nell’acqua, ritor- nando all’immanenza e riconfluendo così nell’insieme magmatico in cui tutto è tutto. Sicchè il sacrificio è la porta che reintroduce nella violenza, nella morte, nell’immanenza: ma è qualcosa che è impossi- bile e, insieme, necessario.» Le cose sacre hanno sempre bisogno il sacrificio. Una poesia di Bataille «Aimer c’est Agoniser » de Georges Bataille Aimer c’est agoniser aimer c’est aimer mourir les singes puent en mourant assez je me voudrais mort je suis trop mou pour cela assez je suis fatigué assez je t’aime comme un fêlé je ris de moi l’âne d’encre brayant aux astres du ciel nue tu éclatais de rire géante sous le baldaquin je rampe afin de n’être plus 8