Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | Seite 4
“PENSIERO FULMINEO” ARTURO GRAF
Talora, quando più secreta e folta
la notte incombe e l’emisfero tace.
Io, da vana deluso ombra di pace,
gli sparsi miei pensier chiamo a raccolta.
E la speranza suscito che giace
sotto le antiche ceneri sepolta,
e di tesser mi studio anco una volta
bella vita il sottil sogno fallace.
Ma d’improvviso, sì ch’io non l’avverto,
piomba dall’alto sulla mia follia
fulminando il pensier dell’infinito:
dissipa il frale e dilicato ordito,
e lascia dentro a me l’anima mia
fatta un gorgo di mar, fatta un deserto.
Arturo Graf
“Le poesie”, Torino, 1922
Arturo Graf fu poeta, aforista e critico letterario.
Nacque ad Atene da padre tedesco e madre italiana
il 19 gennaio 1848. Tre anni più tardi si trasferì a
Trieste con la famiglia. Alla morte del padre andò
a vivere a Brăila, in Romania, ospite del fratello
della madre. Solamente nel 1863 rientrò in Italia
dove frequentò il liceo a Napoli. Terminato il liceo
seguì le lezioni di Francesco de Sanctis; in seguito
si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza conse-
guendo la laurea in legge nel 1870. Intanto, per un
breve periodo, Arturo Graf si dedicò al commercio
a Braila e al ritorno in Italia si recò a Roma dove conobbe Ernesto Monaci; con
quest’ultimo strinse una salda amicizia, iniziando approfonditi studi sul Me-
dioevo del quale si occupò anche in seguito, con particolare attenzione ai suoi
aspetti simbolici. Nel 1875 ottenne la libera docenza in Letteratura italiana; il
primo incarico lo portò a Roma, come docente di Letteratura italiana e di Lette-
ratura romanza all’Università della capitale. Nel 1876 gli venne affidata la cattedra
di Letteratura neolatina presso l’Università degli Studi di Torino, dove iniziò i
corsi con la conferenza “Di una trattazione scientifica della storia letteraria”; nel
1882 si trasferì definitivamente nel capoluogo piemontese, insegnando sempre –
come professore ordinario – letteratura italiana fino al 1907. Nel 1883 fondò, in-
sieme a Francesco Novati e Rodolfo Renier, il “Giornale storico della letteratura
italiana” del quale divenne poi condirettore. Collaborò anche alla rivista “Critica
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