Rivista Cultura Oltre - 6° numero - Giugno 2019 Rivista Cultura Oltre - 6° numero -Giugno 2019 | Page 11
“IL PORTONE”
GIOSUE’ BANCONI
Una delicata storia metaforica che ha in sé delle profonde riflessioni de-
scritte con perizia stilistica e canoni narrativi ben calibrati. Di grande
profondità la riflessione compiuta dall’autore in questo periodo: “… il
migliore scalatore non si riconosce perché è riuscito ad arrivare più in
alto ma perché quando si volta e vede il paesaggio che gli sta sotto
sente bisogno di fermarsi a mirarlo al di là dei confini del tempo…”
che, ancora una volta, vede il continuo dissidio tra il tempo vissuto e il
tempo che non ritorna, in un ricordo costante che fa della vita un’unica,
grande e meravigliosa avventura. [M.R.Teni]
Ciao,ti ricordi di me?
Sono il portone che ha chiuso, aperto e cigolerà ancora nella tua ca-
mera. É passato tanto tempo da quando tua madre e tuo padre deci-
sero di comprarti dal negozio di articoli usati del vecchio Mario” sulla
quinta strada” come amavi dire tu richiamandoti agli innumerevoli
film americani che vedevi. Mi hanno comprato per tenerti al sicuro
come se quattro assi di legno potessero tenere lontani i mali del
mondo, mi hanno comprato, ma forse loro ancora non lo sapevano,
per aiutarli nel loro compito di genitori senza preoccuparsi della, mia
mancanza di parola che, forse, a ben pensarci, è un bene perché voi
umani parlate tantissimo ma vi rivolgete quasi sempre a voi stessi. Poi
nascesti tu, un batuffolo di lana nascosto dal candido abbraccio dei
tuoi parenti e subito ci conoscemmo con una craniata che nonna Lina
ti fece prendere mentre cercava gli occhiali per terra dimenticandosi
di averti te in braccio. Povera nonna tanto contenta quel giorno da
fermarsi a salutare tutto il vicinato per raccontargli la lieta novella,
Quanti pianti, quante gioie, quante speranze e delusioni potrebbe rac-
contarci se non fosse già da un pezzo in quella tomba di candida pietra
in quel posto in cui il silenzio è memoria e ogni parola un fiore pre-
zioso. Scusa mi interrompo un attimo ma un tarlo mi sta divorando la
parte superiore e mi viene da far scappare una lacrimuccia. Ok, ri-
prendiamo. Sei diventato grande man mano che passavano le ore ed
hai incominciato a parlare con me, forse perché ad altri non volevi
rivolgerti o forse perché non ti ho mai deluso con un no e quindi no-
nostante sia rimasto per tutti questi anni attaccato alle mie giunture
ho vissuto la tua vita grazie alle immagini delle parole. Ho baciato la
tua prima ragazza, ho litigato con il tuo migliore amico, ho fatto va-
canze stupende con i tuoi genitori e poi…poi mi sono svegliato dal
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