RIVISTA CULTURA OLTRE - 4° numero - APRILE 2019 RIVISTA CULTURA OLTRE - 4° numero - APRILE 2019 | Page 9
“JACQUES LACAN TRA POESIA ED ERACLITO”
DI APOSTOLOS APOSTOLOU
Jacques Lacan (1901-1981) non era solo psichiatra, psicoanalista, era an-
che filosofo, e poeta. Nelle opere di Lacan esiste una lingua che si gioca
tutta nel suo fuori-senso. Sosteneva che ogni discorso è costituito da quattro
elementi diversi (S1, S2, S/, a), che si ritrovano ad occupare o il posto
dell’agente o quella dell’altro, o quella della produzione oppure, da ultimo,
quello della verità. Cosi L’S1 è il significante padrone, il significante che
comanda e a cui il soggetto è identificato. L’S2 rappresenta il sapere, anche
nel senso di tutti i significanti che danno senso al significante-padrone. L’S/
è il soggetto diviso, tra l’S1 e l’S2, il soggetto che si colloca nel vuoto tra i
due, nel posto della barra. [1] Qui non troviamo un posto per il poeta. Ma la
poesia rimane con un piede nel simbolico e con un altro piede sul suo bordo.
Cosi la poesia regala l’equilibrio dell’esistenza e solo i poeti hanno questo
carisma. Lacan come Heidegger era filo-poeta.
La poesia non è un monologo dell’ego nè un dialogo del tu e dell’io come
universo chiuso, Perché la poesia è universo aperto; è il linguaggio e le
parole, cioè il canto che devono andare a cercarlo e incontrarlo nelle di-
stanze come una prossimità.
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