Rivista CULTURA OLTRE 2^ numero - FEBBRAIO 2019 RIVISTA CULTURA OLTRE 2° numero FEBBRAIO 2019 | Page 12
“L’IDILLIO FILOSOFICO E LETTERARIO TRA ITALIA E GRECIA”
APOSTOLOS APOSTOLOU
Zante
L’idillio tra l’Italia e la Grecia ha inizio già da
Giovanni del Turco, (1768) quando nella sua
traduzione dell’Iliade di Omero farà una
lunga introduzione sulle affinità letterarie tra
i due popoli. Arriva al suo impatto più stretto con Ugo Foscolo (Zante 1778 –
Turnham Green, London 1827 ) [1] o Foscolo come firmava nei suoi testi greci.
Testi che non erano mai completamente greci ma costituivano un miscuglio
d’italiano e di greco. Questo è chiaro nelle sue lettere d’amore a Isabella Theotoki,
quando le scriveva: “Cai ego se agapao poli, sebbene voi den me agapas tipotes”.
Cioè “ti amo, ma tu? “, ma anche dalle lettere che mandava ai suoi amici Andrea
Mustoxidi (1785 – 1860), Michele Ciciliani, Dionisio
Voultso, Stiliano Vlassopoulo [2] (1748 – 1822) i
quali vivevano in Italia e avevano giocato un ruolo
scientifico e sociale significativo. I suoi rapporti con i
Greci erano sempre molto calorosi e spesso stimolanti.
Presento l’evento con il greco Stilianos Blassopoulos,
dottore in giurisprudenza, matematico e fisico che ha
scritto in Italia, sotto lo pseudonimo di Biagio Colonna, quando dopo il successo
di una rappresentazione teatrale di Foscolo a Venezia intitolata “Tieste” ed il
pubblico lo acclamavo dicendo “giovane greco”, alla ripetizione della sua
rappresentazione, l’insuccesso era universale e il suo amico Stiliano Vlassopoulos,
scherzando gli manderà una fiaschetta ossia una bottiglia vuota, la parola fiaschetta
in italiano significa anche fallimento colossale mentre, come è stato scritto in tutte
le altre lingue europee, significa semplicemente insuccesso ( nella lingua franca c’è
una differenza fra la parola “fiasque” e la parola ” fiasco”) si arrabbia talmente da
picchiare suo amico.
L’influenza di Foscolo sul poeta Dionissio
Solomo ( Zante 1798 – Corfu 1857 ) e Andrea
Kalvo ( Zante 1792 – Louth, Inghilterra, 1867
) era tale da essere determinante sulla loro
opera. Solomos ha scritto su Ugo Foscolo, che
“la natura ha rinchiuso la sua anima
immortale in un corpo di quelli che non puoi
incontrare per strada senza chiedere chi è
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