Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 8
Per quanto riguarda la collezione, c’è stato qualcuno che ti ha aiutato
particolarmente, o hai trovato singolarmente tu ogni strumento?
Li ho trovati praticamente io, ma prima di tutto c’è il sostegno morale, incredibile
di mia moglie Silvana, a cui si deve l’organizzazione mentale di tutto.
Dietro un grande uomo c’è sempre una grandissima donna.
Certo. E poi c’è l’insieme delle persone che si occupano di strumenti, di musica,
di organologia, con cui fai rete e l’insieme di queste persone poi ti permette di
selezionare, di restaurare, di ampliare l’offerta espositiva che c’è nel museo.
Quali sono state e quali sono le difficoltà nel conservare e nel restaurare i
vari strumenti?
Nel conservare la difficoltà maggiore è mettere a punto un sistema di
mantenimento costante di temperature e umidità che in una casa museo, cioè in
una struttura che non è pensata per essere un museo, è estremamente costosa. Per
quanto riguarda il restauro invece la difficoltà maggiore è culturale. Perché
chiunque possieda uno strumento antico, la voglia di farlo suonare è troppa. Per
cui il rischio è quello di intervenire in maniera funzionale e non conservativa; cioè
operando in maniera tale da farlo suonare però molte volte, per ottenere questo, il
rischio è che perdiamo per sempre delle caratteristiche costruttive degli strumenti.
La fatica maggiore è far capire che uno strumento conservato in maniera filologica
vale molto di più di uno strumento che suoni, ma che ha perso le caratteristiche
originali.
Tra le varie sale, ognuna ha un suo perché e una sua bellezza, ma una che mi
ha colpito in modo particolare è quella dedicata all’infanzia.
Allora la sala dedicata all’infanzia è una sala pensata a strumenti più piccoli, a
strumenti per uso didattico, ma anche ai giocattoli, dei normali giocattoli che però
abbiano una forma di strumento musicale; questo perché la musica dev’essere
intesa, prima di tutto come gioia, e quindi come gioco per i bambini. Solo così si
può iniziare in maniera intelligente all’educazione musicale, che è una cosa
successiva, e ti permette poi di assimilare i fondamenti della musica, che non è
soltanto tecnica esecutiva, ritmo o altro, ma anche gioia di stare insieme. Bisogna
che i bambini suonino, giochino, cantino, ballino insieme.
Cambiando un po’ argomento, l’11 novembre scorso è stato celebrato il centenario della
fine della prima guerra mondiale. Ci sono degli strumenti che risalgono a quel periodo
che vuoi citare particolarmente?
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