Rivista CULTURA OLTRE 12^ numero - DICEMBRE 2018 rivista-cultura-oltre 12^ numero -DICEMBRE 2018 | Page 22

“Sul futuro della poesia” di Maria Rosaria Teni Attualmente molti si interrogano sul futuro della poesia, sulla sua funzione e sull’utilità sociale che possa ricoprire in un mondo dominato dalla comunicazione di massa. Eugenio Montale, nel discorso che tenne quando gli fu conferito il Nobel, nel 1975, nel momento in cui già le prime avvisaglie di crisi sembravano convergere in una negatività scaturita indubbiamente dal generale abbassamento del livello culturale della nostra società, sosteneva che «non c’è morte possibile per la poesia», che «la grande lirica può morire, rinascere, rimorire, ma resterà sempre una delle vette dell’anima umana». Come non essere d’accordo pur considerando i rischi della contemporaneità? E come poter concepire una vita senza la potenza e la consolazione della poesia? Indubbiamente nel corso degli ultimi anni si sta assistendo ad una perdita di valore e anche, perché no, di importanza dei poeti nel sistema culturale italiano. Basti riflettere che non ci sono quasi mai libri di poesia fra i libri che i giornali consigliano a Natale, o per le vacanze estive e questo accade probabilmente perché la poesia non vende, non si presta ad un’evasione dalla realtà, bensì porta a considerazioni che mettono in luce aspetti del reale che spesso vogliamo ignorare o tralasciare. Accade così che, mentre il romanzo può raccontare storie che trasportano in mondi e situazioni che possono far sognare, la poesia, in quanto voce dell’anima, mette in luce sentimenti ed emozioni che fanno riflettere e possono generare dissidi interiori e stati d’animo conflittuali. A questo si può senz’altro aggiungere che, mentre la prosa si adatta alla lingua di tutti, si esplica attraverso un linguaggio comune che è fruibile e comprensibile, la poesia resta lontana da un linguaggio quotidiano e vicino al popolo, per innalzarsi su un lirismo che ci ricorda che abbiamo un’anima, consapevolezza che troppo spesso lasciamo affondare sotto il peso delle mille cose che affollano le nostre giornate. A volte bastano poche parole di cui magari non abbiamo più cognizione per rievocare ricordi, sensazioni sopite e far entrare nella nostra vita un afflato di magico sentimento. Fin dall’origine la poesia si caratterizza intrinsecamente come espressione creativa di sé e comunicazione di stati d’animo e sensazioni che, spesso, non si riesce a far emergere in altro modo. Molto importante, a mio parere, la collocazione di eventi concorsuali che, nel panorama poetico attuale, consentono anche di far risaltare voci altrimenti soffocate e sottaciute fornendo occasioni per mettersi in gioco e uscire “fuori da sé”, liberandosi da pudori e ostacoli fittizi che limitano la libertà espressiva. 22