Resistenza e Cambiamento. Un Sindacato Umano per difendere la Specie. Resistenza e Cambiamento. | Page 9
Il fallimento dell’ Economia
Nel 2008, dopo il fallimento della Lehmans & Brothers, mentre la TV
trasmetteva immagini un po’ surreali di yuppies impeccabilmente vestiti
che si portavano a casa i loro strumenti di lavoro dentro a scatole di cartone
o che facevano ordinatamente la fila davanti alle agenzie di collocamento, i
commentatori potevano ancora raccontarci che si trattasse solo di una crisi
finanziaria.
La colpa, dicevano, era della cattiva finanza e degli speculatori che non
avevano saputo prevedere lo scoppio della bolla immobiliare: le banche
avevano finanziato l’acquisto delle case elargendo mutui a go-go, senza
tener conto che ad un certo punto i consumatori non sarebbero più stati in
grado di pagarli. Per di più, si era innescato un processo speculativo
attraverso cui i debiti delle famiglie diventavano oggetto di compravendita,
originando i titoli tossici (subprimes) che prima o poi avrebbero portato al
fallimento delle banche.
Quindi, ci spiegavano gli esperti del giorno dopo, sarebbe bastato punire
simbolicamente qualche speculatore, salvare le banche con i soldi dei
cittadini e rimettere in moto l’economia reale, quella “buona”, aumentando
produzione e consumi, per tornare a far partire il circolo virtuoso che, col
miraggio della Crescita, ci promette una vita ricca e felice …
Purtroppo era una menzogna!!
Non che sia sbagliato condannare la finanza e la speculazione: quello è il
minimo. Tuttavia fermarsi a quell’analisi è un penoso tentativo di
nascondere la verità, e cioè che ci troviamo di fronte al fallimento di una
intera civiltà, basata su un sistema economico insostenibile.
La causa principale dell’attuale crisi non sono né la bassa produttività,
né la mancanza di lavoro, come ci raccontano da destra e da sinistra,
bensì proprio la sovrapproduzione, l’eccesso di lavoro.
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