L I F E S T Y L E I G A S T R O N O M I A I D E S T I N A Z I O N I I P E R S O N A G G I I
L I F E S T Y L E I G A S T R O N O M I A I D E S T I N A Z I O N I I P E R S O N A G G I I
Auditorium di Roma- Parco della Musica Auditorium di Roma- Parco della Musica
© Moreno Maggi- RPBW- Renzo Piano Building Workshop Architects
© Moreno Maggi- RPBW- Renzo Piano Building Workshop Architects
Quali tempeste? Sei cause legali cercarono di bloccare il cantiere con le motivazioni più bizzarre. Per dirne una: il presidente della giuria, Jean Prouvé, non era laureato in architettura. Prouvé, ultimo erede di Le Corbusier e dei grandi maestri francesi, era tanto distante dal mondo dell’ accademia da non preoccuparsene minimamente. Questo mi fa ricordare un episodio molto bello che lo riguarda. Quale episodio? Anni dopo, io e altri amici comuni decidemmo che era il momento di fargli avere una laurea ad honorem. Alla proposta, Jean esitò a lungo, finché una sera mi disse:“ Renzo, ti ringrazio, vi ringrazio tutti, siete molto gentili, ma non voglio avere la laurea. Lasciatemi morire ignorante”. Ma adesso il Beaubourg è un classico, i parigini lo rispettano …“ Vede, qualsiasi edificio, anche il più atteso, contestuale e integrato all’ i- nizio ha sempre un handicap: è nuovo, non appartiene alla metropoli e ai suoi riti. E poi ci fu una metamorfosi? Subito dopo l’ apertura il Beaubourg cominciò ad essere oggetto di un crescente amore. In principio c’ era una divisione nettissima tra chi lo adorava e chi lo detestava. Con il passare del tempo è stato accettato e metabolizzato dai parigini e gli ammiratori sono cresciuti di mese in mese. Chi furono i suoi alleati nell’ avventura? Avevamo un alleato importante in casa Pompidou: la moglie, la già citata Madame Claude Pompidou, con cui nacque un’ amicizia che è durata fino alla sua scomparsa nel 2007. E poi Robert Bordaz, allora direttore del centro, ci aiutò moltissimo. Gli intellettuali del Comité pour le Geste Architectural sostenevano che era sacrilega una struttura con elementi tubolari a vista a due passi dalla chiesa gotica di Saint- Merri. Bordaz s’ inventò che nel progetto c’ era una visione gotica e che i tubi verticali facevano eco alle guglie di Saint-Merri. Una bugia colossale, era un genio. E oggi è ancora legato al Centre Pompidou? Ai propri lavori si resta legati da una sorta di cordone ombelicale. Sono tue creature, e in qualche modo non le perdi mai di vista. Quarant’ anni fa
misi il mio ufficio nello stesso quartiere del Centre Pompidou: è ancora lì. Poi è il Beaubourg che non mi lascia mai. Una volta venne in ufficio a trovarci una signora giapponese e chiese i disegni. Me li venda, disse, e io lo rifaccio a Tokyo. Peccato che appartengano allo Stato francese, signora, si rivolga a loro, risposi. Il successo del Beaubourg è anche connesso al quartiere, il Marais? Doveva essere fatto lì, è un villaggio medioevale. La differenza è che si sviluppa in altezza: la sequenza è verticale, invece che orizzontale, quindi le piazze sono una sopra l’ altra, e le strade trasversali. Come un villaggio medioevale, è un luogo di incontro e di contatto: il luogo del passeggio, dell’ incontro inatteso, della sorpresa e della curiosità. Il Beaubourg è stato il suo primo lavoro a Parigi. L’ ultimo invece? Il nuovo palazzo di Giustizia di Parigi, a Nord della città. Il nuovo edificio istituzionale sorge nel quartiere Batignolles. Si trasferirà lì tutto il tribunale, quella zona tornerà a vivere. Le periferie sono lontane, prima che dal punto di vista geografico da quello culturale ed economico. Bisogna rivitalizzarle, portarci la vita. E sa che cosa può favorirla? Il fatto di intervenire attraverso edifici pubblici. I luoghi pubblici portano urbanità. E possono essere ospedali, tribunali, università, scuole. Mi inserisco in questo grande tema urbano. Ma il Centre Pompidou invece sorge in pieno centro … Questi grandi edifici esprimono l’ urbanistica e la civiltà. All’ epoca del Pompidou, i dibattiti riguardavano i centri storici. Oggi, bisogna salvare le periferie. Cancellare la nozione negativa di periferia è la sfida dei prossimi trent’ anni. Le periferie sono anche al centro del suo impegno come senatore a vita in Italia. Quando l’ allora presidente Giorgio Napolitano mi ha nominato senatore a vita, mi sono chiesto: cosa posso fare per il mio Paese? Io non sono un politico, ma un architetto anche se a ben pensarci il termine politico deriva dal greco polis, che è la città. E cosa si è risposto? Che dovevo continuare a fare quello che so fare: l’ architetto e mettermi a disposizione della società. E allora ho pensato alle periferie che sono la parte più fragile delle nostre città. Ma anche la parte più popolosa,
dell’ architettura. Sostenibilità consiste nel costruire pensando
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