Rassegna Stampa 4-48 PSYCHOSIS di S- KANE(ARVIGO CALVANI)doc07-03-2014-2.pdf Apr. 2014 | Page 52

giovane poi) mi fa male, soprattutto perché, oltre che una grandissima drammaturga, Sara Kane doveva essere un essere umano straordinario». Quali le gratificazioni maggiori? E. A.: «La sensazione di fare qualcosa che abbia, per me, senso. Quest’interpretazione mi permette di vivere un’esperienza importante attraverso le parole meravigliose di un’autrice che mi piace (e non è poco), di mettermi ogni volta profondamente alla prova come attrice (nel senso di storyteller), di fare – in breve – una verifica di “senso”. Sebbene sembri un paradosso e anche se stancante, fare qualcosa che abbia valore autentico e profondo, a mio modo di vedere è l’unico modo per andare avanti e non farsi mancare le forze». Secondo lei le problematiche che solleva l’autrice sono attuali? E. A.: «Come tutti i grandi testi non invecchia mai, è una poesia senza tempo. La tematica, poi, è universale: accanto alla questione spinosa della cura farmacologica della depressione, emerge quella del suicidio come atto di volontà, “ricerca” della negazione della vita e, forse soprattutto, dell’aiuto psicologico e umano (a una persona, che in Psychosis, imbottita di farmaci, sente con lucidità il proprio spegnersi). Quando si perde la voglia di vivere, “smettere completamente” diventa più facile». Cosa pensa della situazione attuale in Italia, lei che ha esperienze di teatro, cinema e television O‘K