Elena Arvigo: attrice per caso. Alla Tosse con 4:48 Psychosis
È in scena a Genova con 4:48 Psychosis. «Il testo all'inizio non mi piaceva. Sarah
Kane mi ha insegnato la responsabilità di stare in scena». Dal 12 al 14 dicembre
Genova
Mercoledi 11 dicembre 2013
«A
me piace il teatro che emoziona e che fa essere migliori, che fa riflettere. Per questo mi sento
forse più vicina al teatro di strada, al raccontare storie avvicinando le persone. Per me un
capolavoro è quello che lascia incantato tanto un bimbo quanto un critico. Non amo l'arte
complicata, che chiede uno sforzo di lettura e la comprensione di percorsi artistici troppo
intellettuali». Elena Arvigo, donna in fuga per passione e attrice quasi per caso, svela che il teatro è
stato per lei «un grande alibi e un vizio», mentre si racconta parlando di 4:48 Psychosis,
spettacolo autoprodotto che porta in scena da un paio d'anni e che ha rappresentato una svolta nella
sua brillante carriera. Da giovedì 12 al Teatro della Tosse, fino al 14 dicembre, ore 20.30.
«Inizialmente il testo non mi piaceva. Intorno all'autrice Sarah Kane c'è poi tutto questo mondo di
passionari e di chi la venera come un'icona dannata, senza contare tutti le diverse letture di questo
suo testo e gli interpreti tra cui la Huppert che si sono cimentate in questo testo rendendolo una
prova d'attore per eccellenza al pari dell'Amleto di Shakespeare. Poi studiandola ho capito che era
un capolavoro e che non potevo essere vittima dei pettegolezzi. Così ho scoperto la vera Sarah
Kane: una persona che non aveva nessuna voglia di essere dannata, che era semplicemente un
grande talento e una donna coraggiosa, un essere umano molto speciale, che non si considerava
e non voleva far niente di trasgressivo, ma che soffriva di una gravissima forma di depressione. Le
sono molto riconoscente perché mi ha insegnato la responsabilità di stare in scena, la
responsabilità stessa di essere artista a prescindere dal talento, quella che ti permette di capire i tuoi
limiti e di comprendere a chi stai parlando, cosa vuoi fare dopo. Altrimenti siamo solo marionette.
Per lei 4:48 Psychosis - che è il suo ultimo testo andato in scena per la prima volta dopo la sua
morte - è un testo sull'amore e sulla mancanza d'amore».
Elena Arvigo non è cresciuta con il sogno di fare l'attrice, ma piuttosto ha costruito il suo
curriculum seguendo le sue inclinazioni più profonde e intimamente passionali. Dopo la scuola ha
lasciato Genova e per amore si è trasferita a Londra dove «mi sono inventata varie cose: visiting
student al Goldsmiths College, allieva in una scuola di danza, poi è finita e sono tornata a Genova.
Ma ero inquieta». Torino e la facoltà di psicologia sembrava un'ottima meta e infatti Arvigo
completa tutti gli esami, ma poi non si laurea. «Tutto torna. In tutti i nostri percorsi c'è un filo
conduttore, qualcosa di necessario, una ragione di fondo che riemerge sempre se si guarda dalla
distanza. Volevo fare la psichiatra, ma fare medicina mi avrebbe costretto a stare ferma. Psicologia
mi sembrava un buon compromesso. La psicologa e l'interprete alla fine studiano entrambe l'animo
umano, come sono le persone, le ragioni che stanno alla base dei comportamenti. Io rimango
affascinata a guardarei modi diversi in cui le persone camminano o abbassano lo sguardo. Se si
studia, se si approfondisce poi ad un certo punto emerge il discorso sui diritti dell