tutti; alcune la invidiavano, altre la disprezzavano e neanche la
poca avvenenza di Enrique smorzava le invidie delle signorine
meno famose del paese.
La giovane e ricca ereditiera sentiva gli sguardi addosso
pesanti e pungenti come aghi; le provocavano dolore e la gente
non se ne avvedeva. Confusa dal continuo vociare della piazza,
da quella musica che non udiva più e da quelle maschere
imbiancate dalla cipria, Giulia Elisabeth, ancora tra le braccia
di Enrique, guardava intorno a sé in cerca di un punto fermo,
di qualcosa vicino al suo cuore, ma incontrava solo gli irritanti
visi degli zii e della madre che davanti a tutti si compiacevano
dell’ottimo affare.
Presa ormai dallo sconforto, sentendosi persa, la ragazza
guardò verso la strada che conduceva al bosco ed ebbe una
gran voglia di scappare e mentre cercava una via di fuga,
incontrò i neri e grandi occhi di Andrea che la osservavano.
Quasi ipnotizzata, la giovane non riusciva a staccare lo
sguardo da lui che, vestito a festa, col suo atteggiamento da
uomo maturo e quel mistero sulla sua nascita, era ancora più
bello.
Arrossita per i nuovi e strani pensieri, Giulia gli sorrise quasi
involontariamente.
Andrea era immobile e la guardava così attentamente che
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