L'ANGOLO DEL TRADUTTORE
di emma donati
La mia avventura come traduttrice Quixote è cominciata un po’ per caso, un po’ tentennando, ignara di quello che sarei riuscita a combinare. Di letture (e pure scritture) con gingilli al vento, amori contrastati, fuochi d’artificio tra le lenzuola e baci di fuoco avevo già avuto la mia buona dose di esperienza, quindi perché non provare ad addentrarmi ancora di più in questo mondo?
Tutt’ora la mia parte preferita è ricevere un nuovo progetto e iniziare a lavorarci: di che sottogenere sarà? Avrà uno stile particolare? Che modi di dire useranno i personaggi e quali svolte di trama mi aspettano? Sì, sembra un po’ quello che succede a tutti cominciando a leggere un nuovo libro, ma mi permetto di dire che è un po’ diverso:
c’è un che di intimo, nell’immergersi con la massima concentrazione in ogni espressione dei protagonisti e nelle sfumature di linguaggio inglesi per poterle poi riportare al meglio ai futuri lettori. Il lavoro di traduzione dura mesi, per me, e il libro diventa una sorta di compagno che mi accompagna giorno per giorno e che sono sempre felicissima di accogliere.
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