In un successivo scontro, nel 1160, i Milanesi che avevano ripreso a occupare le loro posizioni, incalzati dai Lodigiani“ fin nei pressi del castello di Rivolta“ trovarono rifugio all ‟ interno del borgo. Il paese era infatti ben protetto dalle mura e per alcuni anni venne presidiato, giorno e notte, dagli stessi soldati del Barbarossa che intorno alla chiesa“ fece fare imponenti fortificazioni di fossati e di altri mezzi meccanici utili alla difesa.” Alberto Quadrelli, dopo aver mantenuto Rivolta fedele a papa Alessandro III °, nel 1168 venne chiamato a reggere la chiesa di Lodi e fino alla morte avvenuta il 4 luglio 1173 fu vescovo della città. Proclamato santo nei primi anni che seguirono la sua scomparsa perché“ uomo onesto, sapiente e religioso, largamente corredato di buoni costumi, in tutto timorato e molto devoto a Dio“, Alberto Quadrelli è oggi il patrono di Rivolta che celebra la sua festa la prima domenica di luglio. Dopo la pace di Costanza, nel 1186, Federico I ° consegnò Rivolta e il suo contado( nel diploma viene citato anche il termine Paladini, un avamposto a sud dell ‟ abitato che, insieme al Corniano, situato ad est, proteggeva il paese dalle incursione di truppe nemiche) alla giurisdizione di Milano. Dal punto di vista religioso invece“ la chiesa di Ripalta Secca con tutte le sue cappelle e le altre cose di sua spettanza, e il monastero di San Sigismondo“ rimasero alla chiesa di Cremona. La pace di Costanza se da un lato però sancì che le città dell ‟ Italia del nord godessero di maggiori libertà nei confronti del potere imperiale, dall ‟ altro non mise fine alle lotte tra i Comuni e più tardi tra i Signori desiderosi di allargare o di riprendere quei territori sui quali avevano esteso il loro governo. Nel 1217 i Milanesi passarono l ‟ Adda a Rivolta ed affrontarono i soldati di Cremona e gli alleati di Parma che intendevano riconquistare le terre della Geradadda assegnate a Milano. L ‟ attraversamento del fiume, in particolare nei periodi di piena, non era facile nonostante fin dalla prima metà del 1200 le due sponde fossero collegate da manufatti in legno che, inesorabilmente, crollavano alla prima piena. Nel 1300 il contado di Rivolta era dominio dei Visconti e insieme a Vailate e Caravaggio era esentato dall ‟ appalto dei dazi. In una pergamena del 1345, purtroppo andata perduta, si racconta di un ‟ assemblea convocata nella chiesa di San Sigismondo per dirimere alcune questioni relative all ‟ Ospedale delle Sante Maria Vergine e Marta. Nel 1354 alla morte di Giovanni Visconti il contado di Rivolta toccò in eredità al nipote Bernabò, poi a Giovanni Maria e infine a Francesco Sforza. Dalla seconda metà del secolo XV ° iniziò per il territorio di Rivolta un periodo segnato da sanguinose battaglie tra i Milanesi e i Veneziani. La Geradadda divenne terra di San Marco a partire dal 1440 e un documento del 1449 ne attesta la sottommissione alla Serenissima. Ma già nel 1450 i Milanesi fecero abbattere il ponte che i Veneziani avevano costruito il 5 novembre 1446 riprendendosi, anche se per un breve periodo, il porto di Rivolta.