Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 72

intende " il diritto assegnato a qualcuno di reggere una terra ", e per " districtio "- che si completa con " jurisdictio "- si intende il " diritto di governo sul distretto, ma anche bassa giustizia "). L ' atto di investitura-distinto in due parti- è compiuto il 22 luglio 1197 nel castello di Genivolta, e porta per ben due volte la dichiarazione del notaio:
" Ego Bergondius de burgo Riuolte, notarius domini Henrici regis, qui nunc est, nuper rogatus hanc cartam investiture tradidi et( scripsi)".
Io Bergondio del borgo di Rivolta, notaio del signor Enrico re, che c ' è adesso(= Enrico VI, figlio del Barbarossa), dianzi rogato ho consegnato e ho scritto questa carta d ' investitura.
E dopo la dichiarazione del vassallo si trova:
" Ego Bergondius de burgo Riuolta, notarius domini Henrici regis, qui nunc est, nuper rogatus hanc confessionis( cartam) tradidi et scripsi”.
Io Bergondio del borgo di Rivolta, notaio del Signor Enrico re, che c ' è adesso, ho trasmesso e scritto questa carta di confessione.
Segue a questa la firma di chi ha fatto la copia autentica del documento, cioè il notaio Pietro, figlio del fu Giovanni( che era chiamato Servazano), della contrada di San Pietro all ' oro. Il nome di Rivolta, derivato dalla pronuncia popolare, viene semplicemente latinizzato( in latino sarebbe Ripa Alta): ma nemmeno questo è sufficiente per rassicurarci che si tratti del nostro paese, anche se uno di Comazzo non è improbabile che cercasse proprio nella vicina Rivolta il notaio che lo accompagnasse a Genivolta e gli stendesse l ' atto, associandosi al notaio che operava al servizio del Vescovo. Bergondio potrebbe essere il primo notaio rivoltano di cui si ha notizia. E arriviamo finalmente, sempre traendolo dagli Acta Cremonae di Leningrado, ad un documento del 1121( o 1122), nel quale si può quasi con certezza riconoscere il nome del nostro paese, dato che i terreni di cui si parla sono tutti praticamente nella zona. Il vescovo Sicardo de Casalaschis, celebre per dottrina e uno fra i più illustri uomini del suo tempo, era morto nel 1215. Ora è il vescovo Omobono a disporre delle proprietà che l ' episcopio cremonese ha un po ' dovunque, anche nelle terre che confinano col bergamasco. Bariano, Fornovo, Bonate, Cortenuova, Morengo: tutti nomi della " bassa ", dove ancor oggi vediamo in certi casi coesistere la diocesi di Cremona con la provincia di Bergamo, in una compenetrazione che risale a tempi molto antichi. Uno degli appczzamenti di terra, naturalmente boschivo, giace proprio " ubi dicitur Rivolta "( oggi diremmo: la località che si chiama Rivolta). Il documento merita di esser conosciuto, anche perché ci da un ' idea dei sottili accorgimenti e della precisione con cui a quei tempi si stendevano i contratti, e dei rapporti che intercorrevano tra vassalli e feudatari.