Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 53
da quel momento datò i suoi diplomi: anno…dopo la distruzione di Milano, come prima li segnava:
dopo il trionfo di Crema.
Eppure il Barbarossa non aveva vinto. “Le altre città lombarde e di Romàgna - dice il Castiglioni
(Evo Medio, S.E.I. 1934) - atterrite, abbatterono da sé le loro torri e accolsero il Podestà imperiale.
Gli ufficiali imperiali commisero gravi abusi e angherie nei Comuni ove diportavansi da dèspoti.
Libro delle tristezze e del dolore dissero i Milanesi il registro delle imposte che li opprimeva. Allo-
ra soltanto gli Italiani misurarono i mali che le gelosie reciproche e le loro gare producevano, e
pensarono di prepararsi alla riscossa coll'unione e la concordia di tutti.
Nemico del Barbarossa e alleato dei Comuni era il Papato. Federico pretendeva disporre dei vesco-
vadi, delle terre della S. Sede e dell'eredità della Contessa Matilde; pretendeva esercitare sulla curia
romana l'autorità che in varie occasioni avevano esercitato gli imperatori da Carlo Magno agli
Ottoni.
Posti tali sentimenti di Federico, diveniva inevitabile la lotta e di fatto scoppiò alla elezione del
successore di Adriano IV (1159). La maggioranza dei voti dei Cardinali cadde su Alessandro III
(Bandinelli, 1159-81); i suoi nemici però gli contrapposero l'antipapa Vittore IV. Fra i due si eresse
arbitro e giudice il Barbarossa che li citò a comparire in apposito concilio a Pavia. Alessandro III
non volle sottoporre ad esame la sua causa notoriamente giusta.
Questo bastò perché il Barbarossa appoggiasse l'antipapa; mentre i Comuni parteggiarono per il
vero Papa. Alessandro III scomunicò il Barbarossa, dichiarandolo decaduto dal trono e proscio-
gliendo dall'ubbidienza i sudditi.
Nel 1163 il Barbarossa discese per la terza volta; ma senza alcun frutto; tornò tre anni dopo per
ristabilire in trono l'antipapa Pasquale III, che era stato surrogato dopo la morte di Vittore (20 aprile
1164). Riuscì a penetrare in Roma, dove prevaleva la fazione tedesca che aveva costretto Alessan-
dro a rifugiarsi prima presso i Normanni, poi in Francia.
Federico preparava una spedizione contro il regno di Napoli, quando una fiera pestilenza distrugge-
va il suo esercito. Fuggendo, abbandonato da tutti, per ricoverarsi in Germania, impiccava lungo la
via gli ostaggi avuti e metteva al bando dell'impero le città lombarde eccetto Lodi, Cremona, Pavia.
Alle Chiuse di Susa, poco mancò non venisse ucciso a tradimento da quei terrazzani. Questi casi
infelici dell'imperatore infiammavano sempre più i Comuni alla resistenza".