Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 47
Se dovessimo dar retta però allo storico gorgonzolese Damiano Muoni, Ladislao re di Boemia e Corrado
duca di Dalmazia con i loro soldati non guadarono il fiume presso Corneliano ma presso Coronte (attual-
mente Cornate d'Adda; il Muoni, contro le affermazioni del Morena, di Sire Raul e del Calco, e basandosi
sugli studi del "dottissimo" Guido Ferrari - epistola II, Lettere lombarde - ritiene che i due condottieri
imperiali abbiano potuto favorire il passaggio dell'Adda al Barbarossa mediante un loro ardito e sangui-
noso attacco diversivo su Gorgonzola, dopo aver passato di sorpresa l'Adda non a valle di Rivolta ma a
nord di Cassano). Ci furono lo scontro a Gorgonzola (lo conferma lo storico Giulini), la presa di Trezzo e
la sosta dell'imperatore a Casirago, dove l'ambasceria lodigiana rinfocolò aspramente le antiche ire del
Tedesco contro Milano.
Da Casirago, il Barbarossa, con un esercito di centomila uomini ("I nostri stessi fratelli - dice tristemente
il Muoni -ingrossarono le schiere di Federico"), mosse all'assedio di Milano. La gloriosa città resistette a
lungo; ma esaurita dall'epidemia e dalla fame (o forse tradita, come si afferma nel "Cronicon de rebus in
Italia gestis", manoscritto esistente nella Biblioteca di Londra) si piegò alle dure condizioni del nemico il
giorno 7 di settembre.
Negli anni successivi, i Milanesi ripresero gradatamente la loro azione di riconquista delle terre già a loro
soggette, e anche se il Barbarossa aveva vinto e distrutto Crema, loro fedele alleata, non rinunciarono mai
a provocare in qualche modo la città di Lodi che godeva del favore e della protezione dell'imperatore.
C'è un episodio, narrato da Ottone Morena (op. cit.), che rievoca una di queste spedizioni punitive. Il fatto
interessa in particolare la nostra storia, perché ci rivela qualcosa di importante proprio su Rivolta.
28 Ottobre 1160
(Mediolanenses)... cum comite Henrico de
Crema aliisque militibus Cremensibus a Dova-
ria versus Laude venientes fere usque iuxta
portum publicum velociter cucurrere, maxima
ipsorum parte infra villam Dovarie relicta, ut ibi
latitarent et Laudenses ex improviso caperent.
Laudenses autem, ut clamorem audierunt, cum
magno fremitu ultra pontem Adue subito armati
equitantes et acriter Mediolanenses insequentes,
antequam Dovariam redire possent eos ceperunt.
Et cum de Laudensibus nondum essent ibi con-
gregati plus de viginti, qui alios precesserant,
inter Mediolanenses ferientes aliquos ex eis
prosternaverunt de equis atque Albertum de
Arzago cepere, reliquis Mediolanensibus pro-
rumpentibus in fugam quia nolebant resistere,
donec ad suos lati tantes confugissent. Interea
latitantes aspicientes, quod Laudenses iam ap-
propinquaverant, repente prosiluerunt, super
Laudenses una nimiter irruentes. Quibus, utpote
multitudini magne, Laudenses, qui adhuc ibi
pauci fuerant, resistere non confidentes terga
subito verterunt. Ibique de Laudensibus quattuor
sunt capti: videlicet Arialdus de Arziago, qui
fuit Mediolanensis, sed post captionem Creme
civis Laude fuerat effectus, et Bernardus de
Bagnolo qui de alia captione iam fuerat redemp-
tus, et Otto Denarius atque Manfredus Morena
meus
(I Milanesi)... col conte Enrico di Crema e con
altri soldati cremaschi venendo da Dovera verso
Lodi, quasi fino davanti al porto pubblico galop-
parono a briglia sciolta, dopo aver lasciato la
maggior parte dei loro più in giù del paese di
Dovera, perché si nascondessero lì e catturas-
sero di sorpresa i Lodigiani. I Lodigiani, da parte
loro, come udirono le grida ostili, cavalcando
furibondi e prontamente armati oltre il ponte
dell'Adda, e inseguendo gagliardamente i Mila-
nesi prima che potessero tornare a Dover