Una spia dell’interesse delle organizzazioni criminali per il settore agricolo
è il fatto che quasi il 50% dei beni sequestrati o confiscati alle mafie sono
proprio terreni agricoli.
Si stima che le vittime del caporalato (nelle sue diverse forme) siano circa
430.000 persone, di cui 100.000 in condizioni di grave sfruttamento e
vulnerabilità abitativa.
È un mondo di violenze e soprusi, con turni di lavoro estenuanti sotto il sole
che vanno dalle 8 alle 12 ore e paghe giornaliere misere (tra i 22 e i 30
euro), dalle quali vengono decurtate le spese per l’affitto di alloggi per lo più
fatiscenti e privi dei minimi requisiti igienici e per la fornitura di beni di prima
necessità (acqua compresa).
Si tratta di lavoratori in nero che percepiscono salari inferiori del 50% a
quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Pratiche come
ricatti, maltrattamenti e sottrazione dei documenti sono all’ordine del giorno.