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Comfort food Alla ricerca del tempo perduto… il comfort food secondo Proust La magia del cibo come conforto e dolce ricordo di un momento piacevole è uno dei temi centrali che ac­ compagnano la riflessione sul tempo e sul suo scorre­ re dello scrittore francese Marcel Proust. Non è difficile immedesimarsi con il protagonista del romanzo che, assaggiando un dolcetto intinto nel the, ritorna a quando, da bambino, faceva lo stesso nella casa di vacanze della zia. “Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti, chiamati madeleine, che sembrano lo stampo della valva scanalata di una conchiglia di San Giacomo. E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto della madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. […] All’improvviso il ricordo è davanti a me. Il gusto era quello del pezzetto di madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio”. Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto Vol I: Dalla parte di Swann 8 COOP INFONEWS 02/2019