Portfolio 2018 | Page 72

8 | Eco di Biella | LUNEDÌ 27 AGOSTO 2018 BIELLA LA VISITA Federico Gremmo durante la visita guidata di sabato, in bas- so a sinistra alcuni partecipanti. A destra, il vescovo Mana benedice LA VISITA GUIDATA Il racconto Oropa, sulle tracce dell’Incoronazione lungo quattro secoli Dal 1620, ogni cento anni, le solenni cerimonie della Inco- ronazione della Madonna di Oropa hanno rappresentato grandi eventi di fede e hanno segnato la crescita e la trasfor- mazione del santuario, da pic- colo e appartato luogo di de- vozione fino a diventare uno dei più grandi luoghi di culto mariani. Dietro l’appunta - mento della V Incoronazione del 2020 ci sono dunque quat- trocento anni di storia e sabato scorso una visita guidata - con- dotta da Fabrizio Gremmo e Linda Angeli - ne ha svelato aspetti spesso sconosciuti: un percorso attraverso documenti e cronache dell’epoca, alla sco- perta di personaggi, luoghi, ambienti, oggetti che sono stati protagonisti di quei fatti. La prima Incoronazione del - la Madonna nera risale al 1620, per iniziativa di Giaco- mo Goria, lungimirante vesco- vo di Vercelli, con il sostegno dei frati cappuccini locali e tro- va subito una forte adesione popolare. Le offerte raccolte per finanziare l’evento sono su- periori ad ogni aspettativa, tan- to che si parla di un “miracolo delle elemosine”: oro, argento, gioielli, abiti, denaro, ma an- che gesti commoventi come il dono di sacchi di grano, delle fedi nunziali e addirittura - nar- rano le cronache dell’epoca - del proprio letto, da parte di una donna che non possedeva a l t r o. In vista dell’evento, Oropa - fi- no ad allora poco più di una chiesetta eremitica, collegata alla pianura da una mulattiera - inizia a trasformarsi. Si co- struisce - demolendo la chiesa preesistente - la Basilica An- tica, edificata dalla città di Biel- la come ringraziamento per es- sere scampata alla peste del 1599. Sorgono le prime due maniche dell’attuale chiostro - la galleria di Sant’Anna, prima osteria del santuario, e la fab- brica dei Disciplini, per offrire ospitalità ai pellegrini - e si dà il via alla costruzione del Sacro Monte. E, non meno impor- tante ai fini pratici, si realizza una strada carrozzabile che sa- le da Biella. E così, con migliaia di fedeli che raggiungono Oropa, la pri- ma Incoronazione ottiene uno straordinario successo e dà grande impulso alla crescita del santuario. È proprio nel ‘600 infatti che, grazie all’in - tervento di casa Savoia, attor- no alla Basilica si realizza il grande chiostro, su progetto dell’architetto ducale Pietro Arduzzi. Il rito dell’Incoronazione viene rinnovato nel 1720: Fi- lippo Juvarra - architetto uf- ficiale dei Savoia e padre del barocco torinese - viene inca- ricato di disegnare la corona e il baldacchino che ospiterà la statua. La cerimonia si svolge nel chiostro, di fronte alla ba- silica e il forte vento della notte precedente mette in serio pe- ricolo l’incolumità del baldac- chino juvarriano. Anche in questo caso, all’evento segue un nuovo stadio della crescita del santuario: lo sbancamento Gremmo: «Eventi corali, di popolo E il gesto di donare una corona preziosa oggi appare lontano dal comune sentire» dell’antistante colle di San Francesco, la realizzazione della Porta Regia e dello sca- lone, la costruzione del piaz- zale sud. E poi nel 1820, al termine del periodo napoleonico - che il Santuario riesce superare in- denne perché offre ospitalità ai pellegrini e scuole ai residenti, ormai numerosi - un nuovo so- lenne evento: questa volta il baldacchino che ospita la ce- rimonia viene collocato nien- temeno che sul tetto del chio- stro. Lo spazio non basta mai, e si decide di costruire la Ba- silica Nuova, i cui lavori ini- zieranno nel 1885 per conclu- dersi solo nel 1960. Infine nel 1920, uno dei mo- menti più difficili della storia italiana, al termine della gran- de guerra e in un periodo di forti tensioni sociali, oltre 100mila persone prendono par te all’evento (questa volta documentato da foto e filmati): per consentire a tutti di vedere la cerimonia, la statua stavolta viene collocata sull’a r c h i t r ave della nuova chiesa in costru- z i o n e. «Le Incoronazioni - ha sotto- lineato Fabrizio Gremmo du- rante la visita - sono stati eventi corali, di popolo. Il loro senso era quello di un grande regalo collettivo alla Madonna, un se- gno di ringraziamento che na- sceva da una corrispondenza di affetti profondamente sen- tita. Oggi è cambiata la società, è cambiato il modo di vivere la religione e il gesto di donare una corona preziosa, che per secoli è apparso chiaro e com- ORO E GIOIELLI In basso tre delle quattro corone dell ’I ncoronazione LE CORONE LE CORONE Le corone realizzate in occasione delle quattro incoronazioni per adornare la statua della Madonna sono state realizzate in oro, argento e pietre preziose. Tutte sono state sovrapposte, senza sostituirla, alla corona originale in legno dora- to. La prassi dell’incoronazione ha influito fortemente sull’iconografia della Madonna d’Oropa: poiché le prime immagini del- la statua sono state diffuse solo dopo il 1620 (la prima immagine stampata, conservata al Museo dei Tesori, risale al 1621), per secoli la sua immagine è stata quella di una figura sormontata da una sfarzosa corona. Solo in occasione della IV Incoron- azione del 1920, i restauri riportano la statua della Madonna al suo aspetto originario e tutti gli ori che nei secoli l’ave va n o ricoperta vengono rimossi, per essere conservati al Museo dei Tesori. Nelle foto, da sinistra, le corone del 1720, 1820 e 1920. LA STORIA Madonne incoronate, una tradizione secolare La consuetudine di incoronare le immagini della Madonna in forma solenne e pubblica si diffonde in Occidente a partire dalla fine del 1500 e si inserisce nel clima della Con- troriforma, quell’insieme di misure di rinnovamento spirituale, teologico, li- turgico e di riorganizzazione con le quali la Chiesa cattolica, a seguito del Concilio di Trento (1545-1563), rea- gisce alla Riforma protestante: in particolare, valorizzando - proprio in opposizione alla eresia luterana - il ruolo della Madonna e dei santi e promuovendone il culto anche at- traverso le immagini, le rappresen- tazioni sacre e le altre forme di devozione popolare. Così oro, argento, pietre preziose e denaro vengono raccolti dai fedeli per farne corone e monili che vengono poi posti sulle immagini della Ma- donna e del bambino: un gesto devoto che assume un valore penitenziale, poiché i preziosi con cui viene con- fezionata la corona sono spesso frutto del dono di oggetti di valore con cui fedeli adornano la persona o la casa. L’iniziativa viene promossa in par- ticolare da fra Girolamo Paolucci de’ Calboli da Forlì (1552-1620) e poi ripresa da fra Fedele da S. Germano (1569 - 1623), predicatore cappuccino che promuove l’incoronazione della Madonna di Oropa nel 1620 e in vista di quell’evento avvia, a partire dal 1617, la realizzazione del Sacro Mon- te accanto al Santuario. La Chiesa asseconda fin dall’i n i z i o, predisponendo un apposito rituale, questa forma di devozione popolare e spesso sono proprio i vescovi - in alcuni casi gli stessi pontefici - ad incoronare le immagini mariane più impor tanti. Sebbene tali eventi debbano avere caratteri di eccezionalità - la domanda d’incoronazione deve essere accom- pagnata da documenti che provino l’antichità, la venerazione e il ca- rattere miracoloso dell’immagine - sono migliaia le cerimonie di questo tipo che si sono succedute nei secoli, con numerosi casi di “reincorona- zioni”. Tra di esse, quella di Oropa è una delle più antiche e delle più solenni. l S.P.