GIOVEDÌ 23 AGOSTO 2018
| Eco di Biella
&
| 21
PIEMONTE Lo stanziamento regionale
ECONOMIA
LAVORO
DOLLARO/EURO
DATO GIORNALIERO
1,1592
DATO SETTIMANALE
1,1370
Promuovere il vino: 10,5 milioni
La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Giorgio
Ferrero, ha approvato la prima settimana di agosto i criteri
per la pubblicazione del bando 2018/19 per la misura Ocm
vino sulla promozione nel mercati dei paesi terzi. La do-
tazione di 10,5 milioni di euro permetterà alle aziende e ai
consorzi fruitori del bando, che verrà pubblicato nelle pros-
sime settimane, di concorrere con progetti che valorizzino i
INDICE MIB
DATO GIORNALIERO
20.699,70
vini piemontesi di qualità nei paesi extraUE. «Nonostante il
settore del vino piemontese di qualità segni numeri impor-
tanti - anche nel 2017 è stato sfiorato il miliardo di export -
è necessario sostenere azioni di valorizzazione in mercati
internazionali, dalla Cina al nordamerica, per citarne al-
cuni, dove lo spazio per le nostre eccellenze è ancora molto
grande», commenta Giorgio Ferrero. «Le risorse serviranno
ad aiutare le nostre imprese a fare sistema, una difficoltà che
nasce dalle piccole dimensioni di molte aziende, e a fare così
conoscere la grande qualità del nostro vino».
ORO [DOLLARI/ONCIA]
DATO SETTIMANALE
20.524,13
DATO GIORNALIERO
1.195,73
DATO SETTIMANALE
1.176,91
SPREAD BTP BUND
DATO GIORNALIERO
270,80
DATO SETTIMANALE
279,70
=
+0,17%
+1,95%
-0,40%
+0,85%
-0,03%
+1,59%
+2,97%
-3,19%
IL CASO Dopo Genova l’ipotesi è quella di rivedere anche le concessioni sull’idroelettrico
«Il ‘petrolio bianco’ torni alle valli»
La proposta, lanciata dal governo, piace ai comuni montani. E nel Biellese sono decine i “permessi”
Lo chiamano il ‘petrolio bianco’
delle valli: è l’energia idroelet-
trica che - per mezzo di dighe,
centraline, prese - sfrutta l’acqua
dei torrenti, ingabbiandone il
corso, riducendone il flusso vi-
tale e devastando il paesaggio.
Date per lo più in concessione a
privati, ai Comuni del territorio
portano solo le briciole, attra-
verso canoni di concessione in
genere molto bassi. Un tema che
interessa da vicino anche il Biel-
lese dove centraline sono pre-
senti in tutti i torrenti e non man-
cano nuove e discusse richieste.
Qualcosa potrebbe però cambia-
re. La tragedia del ponte Mo-
randi a Genova e il conseguente
dibattito sulla concessione alla
società Autostrade sta forse por-
tando a riflettere su una serie di
situazioni consolidate, tra cui il
principio stesso della concessio-
ne ai privati dei diritti di sfrut-
tamento delle risorse naturali.
Il tema è stato lanciato, in una
intervista al Corriere della Sera
di qualche giorno fa, da Gian-
carlo Giorgetti, Sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri: «I beni veri dello Stato
non sono gli immobili di cui si
parla sempre. Sono le conces-
sioni: quanto prende lo Stato
dall’acqua minerale che com-
priamo a 2 euro a bottiglia?
Quanto dal metano sotto terra o
dalle concessioni televisive?
Quanto dall’etere in cui viaggia
il segnale dei telefonini? Io credo
che lo Stato debba fare perio-
diche valutazioni. E poi, sceglie-
re per il meglio. (…) Normal-
mente, la concessione viene as-
segnata per realizzare l’opera. Il
privato ci mette i soldi in cambio
di un reddito futuro, lo Stato non
deve sborsare. La concessione si
giustifica meno quando l’opera è
già realizzata. A quel punto, è
giusto che il privato paghi. Va
anche detto che da noi molte
privatizzazioni sono state fatte
per ragioni di cassa, e i privati ne
hanno tratto profitti esorbitanti.
Di certo, ora dobbiamo fare un
ragionamento sulle concessioni
in scadenza o scadute. Penso al
“petrolio bianco” delle Alpi. In
Valtellina le concessioni idroe-
lettriche sono scadute. L’idea del
pubblico non è indecente. Noi
vorremo che ci fosse un ritorno
alle popolazioni di quei territori,
che hanno fornito risorse e ac-
qua. Ma non c’è una decisione:
bisogna discuterne. Senza esclu-
dere nemmeno una gestione di-
retta». L’INIZIATIVA IN ALTA VALSESSERA: OK DEL COMUNE ALLA PISTA PER LE RICERCHE
L’ipotesi è stata colta al balzo
dall’Uncem, l’Unione Naziona-
le dei Comuni e Enti Montani:
«Lo diciamo da almeno dieci an-
ni - afferma il presidente nazio-
nale Marco Bussone - che canoni
e sovracanoni per gli impianti,
piccoli e grandi, non sono suf-
ficienti. In molti casi si tratta di
concessioni scadute, prolungate,
ovvero di impianti realizzati 80
anni fa che si sono già pagati con
l'acquisto dell'energia prodotta,
molto spesso incentivata. È dun-
que necessario rivedere il siste-
ma coinvolgendo maggiormen-
te gli Enti locali, riconoscendo i
servizi ecosistemici-ambientali
già previsti dalla legge 221 del
2015. Dove lo stesso territorio ha
acquisito concessioni idroelet-
triche, di impianti nuovi o esi-
stenti, i benefici sono stati evi-
denti, anche in termini di rica-
dute occupazionali. Sono nate
società miste pubblico-private,
molto virtuose, che vanno so-
stenute e non bloccate. I Comuni
sono lo Stato, rappresenterebbe-
ro una gestione diretta delle con-
cessioni e dei beni pubblici senza
centralizzazione». Zegna cerca acqua minerale per imbottigliarla
TRIVERO Il Gruppo Ermenegildo Zegna
ha confermato che è interessato alla
ricerca di fonti di acqua minerale con lo
scopo industriale di imbottigliare e pro-
durre. «Il 1° agosto 2018, tramite una
propria controllata - dice una nota
aziendale -, il Gruppo Ermenegildo
Zegna ha presentato domanda, allo
Sportello unico per le attività produttive
dell’Unione montana dei Comuni del
Biellese orientale, per eseguire delle
attività finalizzate alla ricerca di acque
minerali su terreni di sua proprietà. Si
tratta di una precondizione necessaria
per poter eventualmente avviare uno
studio riguardante la fattibilità del pro-
getto». Il soggetto attivo del progetto è la
società Sorgenti EZ srl che un anno fa
aveva presentato un progetto in Pro-
vincia di ricerca di sorgenti in un'area di
154 ettari nella zona di Trivero in alta
Valsessera. La notizia ha ulteriori svi-
luppi: la società ha presentato al Co-
mune di Trivero un progetto per una
nuova pista e per opere accessorie fi-
nalizzate alla ricerca di acque minerali,
progetto a cui la Giunmta ha detto
“sì”.
l S.P.
AZIENDE Donatelli: «Noi partecipiamo»
I NUMERI DELLA SETTIMANA
Malo va all’asta
FIRENZE Il Tribunale di Firenze ha
fissato per il 20 settembre l’asta per
la Malo, l’azienda del cashmere di
Campi Bisenzio, alle prese con una
crisi societaria e finanziaria. La ba-
se d’asta è di 9,9 milioni di euro, e
comprende il marchio, i due sta-
bilimenti di Campi e Borgonovo
Val Tidone (Piacenza), il magaz-
zino, i macchinari, i negozi mo-
nomarca di Milano, Roma, Forte
dei Marmi, Porto Cervo e Porto
Rotondo, l’outlet aziendale, la so-
cietà spagnola che detiene il ne-
gozio di Marbella e 109 contratti di
lavoro. Nel caso in cui ci siano più
offerte, ha spiegato in un articolo il
Sole 24ore, i rilanci d’asta dovran-
no essere di 300mila euro.
Gli addetti. Alla nuova proprietà
passeranno anche i 109 dipendenti,
tutti a tempo indeterminato, a ec-
cezione di sette che sono a tempo
determinato. Due sarebbero i com-
pratori interessati: un imprenditore
italiano del settore moda e un fon-
do di investimento. L’operazione
era fra quelle che aveva per pro-
Il 64% delle imprese sopravvive a 3 anni
tagonista l’ex leader dell’Unione
Industriale Biellese Luciano Do-
natelli, che, insieme ad un fondo di
investimento e capitali privati ita-
liani, aveva guidato l’ingresso in
Malo in epoca concordataria. E
ora? «Partecipertemo sicuramente
all’asta - dice Donatelli -, il progetto
resta valido anche se i mesi perduti
non si recuperano. Vedremo come
andrà...».
La situazione. Il 2017 è stato un
anno travagliato per il brand ita-
liano che, dopo l’annuncio della
crisi e le proteste per il rischio di
esuberi, ha presentato il piano con-
cordatario con cui l’azienda si pro-
poneva di mantenere i posti di la-
voro e assicurare la continuità
aziendale. Lo scorso marzo, il Tri-
bunale di Firenze ha ammesso Ma-
lo al concordato preventivo, ma il
12 giugno la Corte ha revocato il
provvedimento dichiarando il fal-
limento: l’esercizio provvisorio è
stato affidato al curatore fallimen-
tare Daniele Fico.
l R.A.
Il tasso di sopravvivenza
viene calcolato sul numero
delle imprese attive, nate in
un determinato anno di
riferimento, che risultano
ancora "vive" a distanza di
tre anni. E' certamente uno
degli indicatori principali
per analizzare la solidità
del tessuto imprenditoriale.
Come si può notare dal
grafico, nel corso dell'ul-
timo decennio la capacità
delle nuove imprese di so-
pravvivere nel breve pe-
riodo di un triennio è leg-
germente cresciuta a livello
provinciale e diminuita a
livello regionale e nazio-
n a l e.
Per quanto riguarda la pro-
vincia di Biella, nel 2017 le
imprese biellesi continuano
a mostrare una capacità di
sopravvivenza inferiore sia
alla media regionale sia a
quella nazionale.
Il dato deve essere visto nel
contesto di una progressiva
diminuzione delle imprese
iscritte nel corso del de-
cennio in esame.
l a cura della Camera di
commercio di Biella e Vercelli