LUNEDÌ 13 FEBBRAIO 2017
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| Eco di Biella
PROVINCIA
CO S S ATO Per spiegare quanto fatto da Corradino
Volantini con i Giovani padani
CO S S ATO Nei giorni scorsi il Movimento Giovani Padani con
i ragazzi del cossatese ha svolto un volantinaggio a Cossato
per sottolineare alcune azioni che il Sindaco Corradino ha
attuato per i giovani, «dalla riapertura dello skate park - spie-
gano - all’ottenimento dei fondi necessari per mantenere la
Lis, sino all'impegno per trasformare il mercato coperto in un
polivalente». Nella foto, i protagonisti del volantinaggio
LA STORIA L’eredità dell’alluvione
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«La Protezione civile?
Nacque nel 1968,
nella vostra Vallestrona»
VALLE MOSSO Il 2 novembre
1968, mentre in Valle Strona scen-
deva il buio del disastro, il ven-
tiquattrenne genovese Valter Bay
è «un oscuro sergentino Auc» del
51° corso per allievi ufficiali di
complemento. Opera alla caser-
ma Scalise di Vercelli, nell’ambito
del reggimento di artiglieria co-
razzata Centauro. «Piove molto
forte - ricorda -, ma francamente
nulla fa presagire quello che sta
per succedere. Alle due di notte
fulmini, tuoni e schianti mi sve-
gliano di soprassalto. Chiedo alla
guardia cosa stia succedendo.
Non vedo nulla. La corrente è an-
data via e non ci sono generatori.
In mezzo ai fulmini intravedo sul-
la strada principale della caserma
un platano secolare abbattuto.
Faccio accendere un M113 e lo
faccio spostare, in modo da libe-
rare il passo della strada. Poi
aspetto gli eventi». Ed è solo l’i-
nizio. «La faccenda a poco a poco
si fa pesante - ricorda ancora Bay -
e comincio ad avere una sensa-
zione di paura. Comincio a capire
chiaramente che siamo nel mezzo
di un’alluvione di imponenti pro-
porzioni». Non lo sa ancora Valter
Bay, quel giorno casualmente fi-
nito al comando della caserma per
turno da sergente di ispezione, che
quel momento, quella paura, stan-
no per diventare pezzi di storia.
Che grazie anche a lui un po’ d’I-
talia cambierà.
Sono passati quasi cinquant’an -
ni, ma Bay, oggi 72enne in pen-
sione, vuole parlare con il Biellese.
Non ha legami con l’attualità, ma
lo fa per desiderio personale. Que-
stioni di salute, da un lato. E poi
l’intuizione che oggi, dopo tanti
anni di silenzio, c’è finalmente in-
teresse. Verso quei fatti, verso le
macchine del soccorso, verso un
mondo che, ad ogni calamità, in
ogni caso - e la storia delle ultime
settimane lo racconta più che mai
- si attiva a beneficio di tutti: «Vi
lascio la mia testimonianza su
quanto accadde a Valle Mosso
perché sappiate, biellesi, che nella
vostra terra, in quei giorni, è nata
per caso la cosiddetta Protezione
civile. Quella fu la prima volta in
Italia in cui l'ordine di muovere in
soccorso di un luogo non derivò
da ordini del Ministero, ma più
banalmente derivò dalla calamità
stessa».
Negli stessi minuti in cui Bay
iniziava a sentire paura, sempre
più giustificata da quel che stava
accadendo, qualcosa di storico si
mosse. «Nel tardo pomeriggio del
1° novembre decisi di predisporre
il mio gruppo per un’eve n t u a l e
evacuazione della caserma. Ave-
vo un grado troppo basso per
prendere una simile iniziativa e
cercai quindi di mettermi in con-
tatto con qualche ufficiale. Nien-
te. Allora, in tarda serata, feci
chiamare un’adunata e chiesi se vi
fossero artiglieri disponibili per
P ROTAG O N I S TA Qui sopra, il
capitano Valter Bay. A destra, la
chiusura delle operazioni di
soccorso a Valle Mosso nel ‘68,
alla presenza dei militari
formare un picchetto amato
straordinario. Chiesi 100 volon-
tari: se ne offrirono 180».
E’ l’inizio. Da quel momento in
poi, dall’istante in cui viene presa la
decisione di evacuare la caserma
per cercare salvezza su qualche al-
tura nella zona di Gattinara, i mi-
litari della Centauro legano il loro
destino alla Valle di Mosso. «La
sera del 2 novembre un radioama-
tore, Tito Tallia Galoppo di Strona,
lancia il primo segnale con richiesta
di soccorso - racconta Bay -. Ma un
conto è pensare di agire, un conto è
fare. Le strade e le comunicazioni
sono bloccate. Ma quando il co-
lonnello Lanzara, comandante del-
la “Scalise”, riceve l’sos e ci porta la
notizia di una tragica alluvione a
Valle Mosso, segnalando l’u r ge n z a
di portare soccorso, non ci pensia-
mo un attimo. Siamo forse da soc-
correre noi, ma dirigiamo tutta la
colonna verso Cossato. Nella notte
siamo a Valle Mosso». Quel che
accadde dopo, per chi ricorda con
onestà, è storia. L’alba del 3 no-
vembre, dopo un difficile ingresso
nell’asilo valmossese, utilizzato dai
militari come ricovero, arriva pre-
sto. «E siamo subito al lavoro per
soccorrere la gente - prosegue Bay -.
Non abbiamo mangiato, non ab-
biamo dormito da tre giorni, siamo
stanchi e fradici come pulcini, ma...
“tasi e tira” dicevano i nostri veci,
cominciamo a lavorare per fare il
possibile. Tutto il resto non con-
ta...».
Insomma, fu così che andò. «Il soc-
corso a Valle Mosso - conclude Bay -
fu comandato ed organizzato da
noi, figli delle nostre montagne, che
in quel momento indossavano le in-
segne della Centauro». E le crona-
che ne rendono merito: «Fu quello il
C ANDELO Al via il ciclo di lezioni organizzate dall’associazione promotrice del Vino del Sorriso
Tutti i segreti della vite: un corso con “Ti aiuto io”
C ANDELO Inizia mercoledì 15 febbraio a
Candelo il corso di potatura e coltiva-
zione della vite organizzato da Ti Aiuto
Io, associazione promotrice del progetto
Vino del Sorriso, che ha visto il recupero
di un vecchio vigneto da parte di vo-
lontari e persone con disabilità. visite ai produttori, degustazioni e focus
sulla gestione del vigneto e la vinifica-
zione, grazie alla collaborazione con le
aziende aderenti al progetto ‘I’m agri-
colo’, un movimento di appassionati vi-
ticoltori che promuovono una nuova ‘cul-
tura’ (oltre che ‘coltura’) del vigneto.
Il corso è rivolto a chiunque – ag ricoltore,
appassionato o semplice curioso - voglia
apprendere le nozioni fondamentali di
conduzione di un vigneto e si articola in
tre serate teoriche e due prove pratiche in
vigna. Pur essendo focalizzato sulla po-
tatura, che rappresenta una fase cruciale
della coltivazione della vite, il corso offre
la possibilità di approfondire durante
l'anno tutti gli aspetti delle lavorazioni del
vigneto, dalla gestione dei trattamenti
anticrittogamici (con particolare atten-
zione ai metodi biologici) alle concima-
zioni e alla potatura verde, fino ad ar-
rivare alla vendemmia: infatti, tutti i par-
tecipanti avranno a loro disposizione il
Vigneto del Sorriso di Candelo, per poter
seguire l’intero ciclo di vita delle uve e
sperimentare così sul campo, sotto la su-
pervisione di esperti, le nozioni apprese.
Durante l'anno ci sarà poi la possibilità di Il corso è realizzato in collaborazione
con Centovigne - l’azienda di Castellengo
che si occupa di vinificare le uve del
Vigneto del Sorriso - e fa parte del pro-
getto Let Eat Bi di Cittadellarte, che mette
in rete le realtà biellesi attive nella cura
della terra e del paesaggio. Sede delle
lezioni teoriche sarà la suggestiva cornice
del Ricetto, dove il Comune di Candelo,
sponsor dell’iniziativa, ha messo a di-
sposizione la Sala Cerimonie, nel quadro
di un progetto di collaborazione con ini-
ziative rivolte alla promozione della vi-
ticoltura locale.
E non c’è dubbio che il corso, giunto
ormai alla settima edizione, stia dando un
contributo in questo senso, come rac-
conta Gianni Moggio, responsabile del
Vigneto del Sorriso e docente del corso:
«Abbiamo iniziato a proporre questo cor-
so per promuovere un recupero di un
DOCENTE Nella foto, Magda
Zago titolare di Centovigne: è
tra i docenti del corso di potatu-
ra e coltivazione della vite
sapere tradizionale: quella cultura della
vite che sul nostro territorio, dopo secoli
di tradizione vitivinicola, nelle ultime
generazioni si è completamente persa.
Oggi ci sono molti appassionati, che ma-
gari fanno i corsi di sommelier ma non
hanno nessuna idea del lavoro che c’è
dietro, di quello che avviene in un vi-
gneto».
Perché focalizzarsi in particolare sulla
potatura? «Perché la potatura della vite è
molto specifica, ma non esistono molti
corsi dedicati; perfino nei testi di viti-
coltura se ne parla poco e in genere si
parla di uva da tavola. L’uva da vino
richiede invece tecniche particolari, come
il metodo Simonit-Sirch, di cui forniamo
alcuni elementi di base durante il corso».
Ma chi sono i partecipanti a questi corsi?
«Per la maggior parte si tratta di hobbisti,
appassionati che hanno magari un pic-
colo vigneto; alcuni partecipano anche
solo per curiosità, per approfondire la
loro cultura del vino; ma negli ultimi
tempi abbiamo incontrato parecchie per-
sone alla ricerca di uno sbocco lavorativo
e, in effetti, alcuni di loro l’hanno anche
trovato, presso produttori della zona».
l Simona Perolo
primo vero episodio di protezione
civile organizzato “dentro” la ca-
lamità - racconta Rivista militare -,
secondo uno schema ripetuto e col-
laudato anni dopo nel terremoto del
1976 in Friuli. Fu lo schema ope-
rativo dal quale nacque poi, attra-
verso Zamberletti, la Protezione ci-
vile in Italia, con integrazione fra
civili e militari». E se non fosse stato
per quell’«oscuro sergentino», tor-
nato cinquant’anni dopo a cercar
notizie della terra che aveva con-
tribuito a salvare, oggi di questo nep-
pure i Biellesi avrebbero coscienza.
l Veronica Balocco
! PROGR AMMA
l
Serate teoriche
e prove pratiche
nel vigneto
• Mercoledì 15/02/2017
ore 21:00 - Vino del
Sorriso e vini del
te r r i to r i o :
denominazione e
c a rat te r i s t i c h e
• Mercoledì 22/02/2017
ore 21:00 - Fisiologia
della vite, forme di
allevamento e potatura
• Mercoledì 01/03/2017
ore 21:00 - Gestione del
vigneto, dal
germogliamento alla
ve n d e m m i a
• Sabato 25/02 e
04/03/2017 - Prove
pratiche nel Vigneto del
S orriso
DOCENTI:
• Magda Zago - Titolare
Azienda Centovigne
• Alessandro Ciccioni –
Enologo
• Gianni Moggio –
Responsabile Vigneto
del Sorriso