Portfolio 2017 | Page 33

40 | VITA & ARTI Eco di Biella | LUNEDÌ 11 DICEMBRE 2017 PETRA OGGI I resti Le immagini dei resti co- nosciuti di Petra: a sini- stra il cosiddetto Qasr el Bint oggi; a destra la co- siddetta Tomba Palazzo oggi e, più a lato, la Tom- ba Corinzia oggi VIAGGI & ARCHEOLOGIA Stasera a Palazzo Ferrero al Piazzo il sorprendente racconto Petra si svela, ecco la Città Rosa Bourbon, studioso e alpinista, mostra i segreti del sito con ricostruzioni virtuali E’ incastonata in una distesa di pie- tre e sabbia, nella grande valle che si estende dal Mar Morto al Mar Ros- so, nel sud della Giordania: è Petra, la ‘città rosa’ scavata nella roccia, l’antica capitale dei Nabatei, ab- bandonata verso l’VIII secolo in seguito ad un terremoto e dimen- ticata fino al 1812, quando l'esplo- ratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt la fece conoscere al mondo. Le sue rovine costituisco- no uno dei complessi monumentali più singolari del mondo antico, non solo per la spettacolare originalità delle strutture architettoniche - ol- tre 800 edifici finora riportati alla luce, per la maggior parte sepolcri - dalle facciate intagliate nella roc- cia, ma soprattutto per la sua po- sizione, in uno scenario naturale unico al mondo. Non per nulla, dal 1985 è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell'umanità ed è stata eletta tra le sette meraviglie del mondo moderno, nella classifica stilata nel 2007, dopo una selezione durata anni. L'incanto dell’antica capitale na- batea rivivrà stasera, a Palazzo Ferrero, attraverso le parole e le immagini fotografiche di Fabio Bourbon, saggista specializzato nella divulgazione della storia delle civiltà del passato e grande conoscitore del sito di Petra. Il suo racconto sarà accompagna- to dalla proiezione del filmato “Viaggio in Giordania. Da Petra al deserto di Lawrence”, con la presenza di Marco Biazzetti, re- sponsabile dell’Ente del Turi- smo giordano in Italia. L’occa - sione è offerta dall’agenzia Il Tu- cano, specializzata in viaggi ar- cheologici, etnografici e natura- listici, spesso accompagnati - co- me nel caso di Petra - da studiosi, scrittori, fotografi con una par- ticolare conoscenza del luogo. La serata sarà un viaggio alla scoperta delle vestigia della Città Rosa, attraverso i segni lasciati dall’uomo in questo formidabile archivio pietrificato, per imma- ginare ciò che oggi non possia- mo più vedere, attraverso le ri- costruzioni tridimensionali di al- cune delle principali strutture m o nu m e n t a l i . Il loro autore Fabio Bourbon, vercellese con la passione per le civiltà antiche e per l’a l p i n i s m o, così racconta il suo rapporto con questo straordinario sito: «L’a- more per Petra è nato per caso: ero responsabile editoriale di una casa editrice, dove mi oc- cupavo di civiltà antiche, e avevo già lavorato sul Medio Oriente e avevo già iniziato a conoscere la civiltà nabatea, quando il gover- no giordano ci ha contattati per realizzare una serie di pubblica- zioni su Petra. Ci sono andato ed è stato un amore a prima vista: Petra ha iniziato a parlarmi, a raccontarmi la sua storia. Ci so- no tornato più volte e, ottenuto il libero accesso all’area archeolo- vata nella pietra, ho trovato trac- ce dell’esistenza di un ulteriore piano, poi crollato, probabilmen- te in seguito ad un terremoto: questa ricostruzione inizialmen- te è stata accolta con un certo stupore, ma solo perché nessuno era mai salito lassù, come ho fat- to io. Le mie ricostruzioni sono quindi state accolte dalla comu- nità scientifica, tanto che il Petra National Trust - l’Organizzazio - ne non governativa che si occupa della valorizzazione del sito Unesco - le ha utilizzate per rea- lizzare i pannelli esplicativi posti all’ingresso degli edifici». IL DEIR Il co s i d d e t to Deir, il M onastero, oggi a Petra. Sarà al cen- tro della ser- ata di oggi a Palazzo Fer- rero dalle ore 20.45 ad in- gresso libero. Sarà illustra- to Il Giornale del Viaggia- tore, semes- trale di infor- mazione, vi- aggi e cul- t u ra gica grazie ai contatti che avevo nel settore, ho potuto fare qual- cosa di un po’ inconsueto: sfrut- tando le mie esperienze alpini- stiche, ho iniziato ad arrampi- carmi sulle facciate degli edifici. Oggi Petra è oggetto di una in- tensa attività di ricerca da parte di università di tutto il mondo ma, negli anni ’90, gli studi ar- cheologici erano bloccati, a cau- sa delle tensioni in Medio Orien- te, e dunque avevo di fronte un terreno vergine: diciamo che mi sono trovato al posto giusto nel momento giusto». «Così è nata una passione sul capolavoro protetto dall’U n e s co » «Così - aggiunge - ho potuto ese- guire rilievi degli edifici e rea- lizzare, insieme a mia moglie, che è una brava pittrice, ricostru- zioni di quella che doveva essere la loro struttura originaria, ot- tenendo talvolta risultati sor- prendenti. Ad esempio, nella co- siddetta Tomba del Palazzo, uno dei monumenti principali ma purtroppo tra i più devastati, sa- lendo sulla cima, dove la roccia lascia spazio alla struttura sca- Studi e libri. «Alla passione - prosegue Fabio Bourbon - è poi seguito uno studio scientifico ma- niacale, che ha dato origine ad altri libri, ad una guida archeo- logica e a numerosi articoli, re- lazioni, collaborazioni con stu- diosi di tutto il mondo, con cui abbiamo condiviso intuizioni, ipotesi, studi. E ha poi dato luogo ad una attività più ‘commerciale’, la collaborazione con l’agenza Il Tucano: anche questa è nata per caso, quando il titolare Willy Fas- sio, saputo della mia passione per Petra, mi ha chiesto di accom- pagnarvi alcuni turisti. Ho accet- tato, a patto che si trattasse di un pubblico realmente interessato agli aspetti storici e archeologi- ci». Petra è un’area enorme e il turista medio non ne vede che una pic- cola parte, perché i luoghi più in- teressanti sono lontani dal centro del sito e raggiungibili solo a pie- di: come la inimmaginabile reg- gia, dotata nientemeno che di un impianto termale, a cui si arriva percorrendo un’ora di strada pro- cessionale che sale vertiginosa- mente, intagliata nella roccia. «Di Petra - aggiunge Bourbon - molti parlano, ma pochi la co- noscono veramente: era la capi- tale di un popolo autoctono ara- bo, i Nabatei, a noi poco noti perché non ci sono pervenuti te- sti. E tuttavia ci hanno lasciato non solo questa incredibile città, ma anche una lingua da cui è nato l’arabo moderno e una religione che ha molto influenzato la re- ligione musulmana: ad esempio, nella raffigurazione delle divinità in forme astratte geometriche, co- me la ‘pietra nera scesa dal cielo’, che non può non richiamare la pietra nera venerata dai musul- mani nella Kasba della Mecca. E poi hanno lasciato opere di in- gegneria idraulica avanzatissime, che consentivano di disporre, in una zona completamente deser- tica, di grandi piscine alimentate con acqua piovana, viadotti, ac- quedotti che portavano l’acqua in città attraverso tubature in terra- cotta scavate nella parte rocciosa. Una società sconosciuta e sor- prendente, in cui le donne ave- vano un ruolo importante, tanto da poter diventare regine. Insom- ma, un viaggio a Petra è la sco- perta di un mondo complesso e affascinante, ancora tutto da sco- prire: si stima infatti che ciò che possiamo vedere oggi non rap- presenti che un 20-30% di quello che è ancora nascosto sotto la sab- bia». l Simona Perolo LE RICOSTRUZIONI VIRTUALI IL DEIR Due ricostruzioni virtuali di Petra: in alto, il Deir e la piscina rituale; sopra anastilosi d’insieme dei due mon- umenti (entrambe, copyright F. Bourbon e M. Bavagnoli)