Portfolio 2017 | Page 2

32 | Eco di Biella | GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2017

VITA & ARTI

PRESENTAZIONE LETTERARIA All ’ Accademia delle Scienze
Giuseppe Venanzio Sella : un volume racconta la storia dell ’ imprenditore
Domani , venerdì , alle ore 17 , all ’ Accademia delle Scienze di Torino , verrà presentato al pubblico il libro di Valerio Castronovo “ Giuseppe Venanzio Sella . Imprenditore e uomo di studi ”. Fratello maggiore di Quintino , di cui assecondò l ’ attività politica e di governo , Giuseppe Venanzio fu imprenditore di spicco nell ’ Italia agli esordi dell ’ unità nazionale , oltre che valido studioso nel campo delle scienze fisico-chimiche . Membro della Giuria internazionale per il settore laniero all ’ Esposizione Universale di Londra del 1862 e in quella di Vienna del 1873 , percorse mezza Europa per acquisire lo sviluppo dell ’ industria manifatturiera e del credito bancario in Italia . Fu ammiratore della Germania di Bismarck . Valerio Castronovo ne ripercorre la vita : con lo storico e docente universitario interverranno i docenti di economia Giovanni Zanetti e Enrico Filippi . Moderatore , Massimo Mori , professore ordinario di Storia della filosofia a Torino .

IL 2016 L ’ exploit Piemonte

Musei vincenti Biella e Biellese crescono : + 6 %

Con 44,5 milioni di visitatori e incassi per oltre 172 milioni di euro , il 2016 segna un nuovo record per i luoghi della cultura italiani , secondo i dati forniti dal Ministero su musei e siti statali . Il forte incremento rispetto all ’ anno precedente – rispetto al 2015 , 1,2 milioni di visitatori in più e maggiori incassi per 18,5 milioni di euro – non è però una novità : si tratta infatti del terzo anno consecutivo di crescita , con un aumento degli incassi di + 45 milioni di euro nel triennio . E Biella ? Con oltre 27mila visitatori tra Museo del Territorio e Rete ecomuseale registra una lenta crescita pèari a circa il + 6 %

Quasi 15mila v i s i t a to r i tra domenicali studenti e quelli delle mostre temp oranee
Riforma Franceschini . Un successo che va almeno in parte attribuito - secondo il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini - agli effetti della riforma da lui varata nel 2014 , che aveva tra gli obiettivi appunto la valorizzazione del sistema museale italiano . E il merito della crescita di visitatori va probabilmente anche ad iniziative come le domeniche gratuite che , da quando sono state istituite nel 2014 , hanno visto la partecipazione di oltre 8 milioni di persone , a cui vanno aggiunti i visitatori dei musei civici che aderiscono alla proposta del Ministero . E nel 2016 migliora anche il posizionamento digitale dei Musei : restyling di alcuni siti web , campagne di comunicazione on line del ministero , nuovi profili ufficiali dei musei sui social networks , crescita dei contenuti pubblicati direttamente dai responsabili dei Musei , come pure delle recensioni e post dei visitatori e del gradimento espress o .
La hit parade della cultura . Come prevedibile , le regioni con il maggior numero di visitatori nei luoghi d ’ arte statali sono il Lazio ( 19.653.167 ), la Campania ( 8.075.331 ) e la Toscana ( 6.394.728 ): regioni che vantano i siti di maggiore richiamo quali il Colosseo e i Fori imperiali , gli Scavi di Pompei , la Galleria degli Uffizi , solo per citare i più popolari .
Ma un po ’ a sorpresa , subito a ruota delle star della cultura , troviamo il Piemonte , che si colloca al quarto posto della classifica con 2.464.023 biglietti venduti e con il maggiore incremento di pubblico (+ 31,4 %) rispetto al 2015 : un risultato dovuto in gran parte ai visitatori di Venaria Reale ( 1.012.033 ), Museo Egizio di Torino ( 852.095 ) e Polo Reale ( 314.195 ), formato da Palazzo e Armeria Reale , Galleria Sabauda e Museo Archeologico . Tra i siti piemontesi , un vero e proprio exploit è stato quello della Venaria Reale , che nel 2016 ha quasi raddoppiato il numero di visitatori : il grandioso complesso alle porte di Torino , dichiarato nel 1997 Patrimonio dell ’ Umanità dall ’ Une - sco , dopo due secoli di degrado e di abbandono è stato aperto al pubblico nel 2007 , al termine di un imponente progetto di recupero - il più grande cantiere d ’ Europa nel campo dei beni culturali - costato circa 200 milioni di euro . Da allora , questo capolavoro dell ’ archi - tettura e del paesaggio barocco ha ottenuto una performance molto positiva sia in termini di visitatori che di risultati economici , con entrate proprie che coprono il 46 % del bilancio annuale ( circa 15 milioni di euro ): merito anche di un modello di governance innovativo e di un fitto calendario di mostre , eventi , attività . L ’ apertura della Reggia ha generato per la città di Venaria Reale un incremento di circa il 12 % dell ’ occupazione , un forte aumento del valore degli immobili e la nascita di un indotto , in particolare attività commerciali votate al turismo , che ha coinvolto anche Torino e il suo circondario .
La “ rete ” biellese . Nel nostro territorio , non ci sono siti culturali statali ma c ’ è un museo cittadino - il Museo del Territorio , con eventi e mostre temporanee - e c ’ è la Rete Museale Biellese , che da qualche anno coordina un numero crescente di siti culturali pubblici e privati - ecomusei , giardini , palazzi , nonché lo stesso MdT - mettendo in comune le sempre più scarse risorse disponibili e riuscendo così a garantire l ’ apertura domenicale di molti siti per gran parte dell ’ anno . Il Museo del Territorio ha raggiunto i quasi 15mila visitatori , con un picco negli ultimi tre mesi dell ’ anno , in concomitanza con eventi e mostre temporanee : ha chiuso il 2016 con quasi un 6 % in più rispetto all ’ anno precedente ( 14.947 nel 2016 , contro i 14.136 del 2015 ). La rete ecomuseale ha totalizzato 12.429 visitatori ( di cui 1.061 alle visite domenicali al Museo del Territorio ). lSimona Perolo
IL MUSEO DEL TERRITORIO Al chiostro di San Sebastiano circa 15mila visitatori dettagliati fra quelli della domenica , gli studenti , gli ingressi alle mo9stre temporanee . Il Comune non ha diffuso , però , i dati economici
I NUMERI Chi è andato ai Musei biellesi

La rete fa premio Ecomusei in salita

Quasi 15mila visitatori , con un picco negli ultimi tre mesi dell ’ anno , in concomitanza con eventi e mostre temporanee : è il dato del Museo del Territorio Biellese , che chiude il 2016 con quasi un 6 % in più rispetto all ’ anno precedente ( 14.947 nel 2016 , contro i 14.136 del 2015 ). E ’ salito anche il numero dei visitatori che hanno ammirato le collezioni permanenti oltre alle mostre temporanee ( 3.125 per Egizi , Pellizza da Volpedo , Archeologia di guerra ), approfittando anche dell ’ entrata gratuita ogni prima domenica del mese : sono stati 8.652 contro gli 8.014 dell ' anno precedente . E gli studenti sono saliti 6.295 ( pari a 309 classi ) contro i 6.122 del 2015 . Sono stati resi noti anche i dati sulla mostra “ Wil - dlife , photographer of the year ”, chiusa domenica scorsa a Palazzo Ferrero : oltre 1.300 visitatori e 260 studenti impegnati nei laboratori . Buona performance , con un totale di 12.429 visitatori , anche per la Rete Museale Biellese - promossa dall ’ E- comuseo Valle Elvo e Serra , con il supporto della Fondazione Crb - che nel 2016 ha coinvolto 23 siti culturali e ha registrato , nei cinque anni di attività , una costante crescita dei visitatori ( nel 2012 furono 7.877 ), grazie anche ad una “ piattafor ma ” di comunicazione comune . Fra i siti più visitati : Giardino botanico di Oropa 1.775 , Fabbrica della Ruota di Pray 1.208 , Museo del Territorio Biellese ( solo entrate domenicali ) 1.061 , Ecomuseo della civiltà montanara di Bagneri 776 e Palazzo dei Principi di Masserano 706 . lS . P .
IL RICORDO La presenza e le mediazioni di Bruno Pozzato , l ’ avvio del MdT e la commissione cassata

Sette modi di essere artista , Bora e il Museo

La scelta di dedicarsi alla critica ( seppur “ solo ” dell ’ arte ), da praticarsi nell ’ ambito del nostro idilliaco territorio sarebbe parsa oggi , se esercitata col vigore necessario , un ’ idea assimilabile all ’ aprire una bottega da salumiere in un centro islamico . Critica è termine eretico ( dal greco “ scel - ta ”) per eccellenza , eppure Bruno , quasi mezzo secolo fa , seppe svolgere la sua “ mission ” con garbo , misura e discrezione sino a guadagnarsi un ’ ampia considerazione come molto apprezzato e uno dei più ascoltati indigeni in quel campo , che certo non presupponeva glorie ed onori , né tanto meno successo o visibilità . Proprio le sue caratteristiche umane gli permisero di far quadrare le spinte che già allora iniziavano a premere nella rovente fase iniziale di costruzione del “ nu ovo ” Museo che l ’ Amministrazione comunale si accingeva a varare in quel di San S e b a s t i a n o . Dopo un primo impatto scoppiettante tra il giovane ( allora ) assessore alla cultura Gianluca Susta e la Commissione di sorveglianza del Museo Civico ( fatto proprio dall ’ Amministrazio - ne civica il progetto ed il concetto di “ Museo del Territorio ”), si passò a una fase preparatoria e propedeutica all ’ approccio culturale vero e proprio , che avrebbe dovuto innovare la “ nar razione ” museale in un ’ ottica del tutto insolita per quei tempi . La Commissione era formata da riconosciuti e collaudati operatori del settore , quali Pippo Pozzi , Adriana Renier , Armando Santi , Giacomo Calleri , Alessandro
Baronio e poi Maurizio Penna , Aldo Paolini , Giuseppe Ghioldi e il sottoscritto scrivente , reduce dalla campagna di promozione del nuovo progetto di restauro dell ’ edificio , per il quale aveva già ottenuto in precedenza ( nel 1979 ) l ’ incarico ufficiale di stesura da parte dell ’ Amministra - zione comunale .
Era il 1984 , e si trattava di esplicitare con esempi concreti i concetti elaborati in convegni , incontri pubblici e dichiarazioni prog rammatiche che i committenti avevano voluto e promosso con spirito veramente lungimirante . Molte furono le iniziative messe in cantiere , tra le quali , per quel che riguardava l ’ e- spressione artistica , la mostra che avrebbe dovuto descrivere sette rappresentanti delle muse locali , “ sette artisti ”, in origine si vollero definire così . Mi presi carico , in Commissione , di contestare vivacemente la patente di “ ar tista ”, concessa con moto quasi automatico dal sentir comune : la ricerca bibliografica preparatoria era stata affidata a Sergio Trivero , instancabile responsabile della “ sala Biella ” della vecchia biblioteca civica di via P . Micca , cui venne affiancato Bruno Pozzato , il critico dalla mano dolce . “ Sette MODI di essere artista !”, fu la mia vittoriosa intitolazione dell ’ eve n t o , che venne fatta propria dal critico responsabile dei testi ufficiali , Bruno , che mi affiancò amichevolmente sino all ’ allesti - mento finale . Sette “ modi ” di essere , sette interpretazioni , sette esperienze non da certificare senza dubbi , non da consacrare tout court sugli altari delle “ con - ve n t i c o l e ”( termine che mi guadagnò subito l ’ odio sincero della cosiddetta Biellachecontava ). Sette riletture che avrebbero poi portato a scelte ben precise e motivate , gerarchizzate con coscienza , per superare quella “ bottega da rigattiere ” nella quale si stava tramutando il vecchio “ C iv i c o ”, in cui avresti trovato di tutto e di più ! Quella Commissione venne poi irresponsabilmente eliminata , forse perché non si sentiva più il bisogno di ... esser sorvegliati , o forse … chissà . Comunque le realizzazioni ( tutte a costi controllatissimi ) fatte in quel periodo furono veramente fondamentali per la storia recente della nostra comunità : un convegno , gennaio ‘ 84 a palazzo Cisterna , con Massimo Negri , sull ’ archeologia industriale cui successe ; nel 1989 , la splendida mostra “ Esplorazioni di fabbriche ” di Gabriele Basilico ; la mostra di Filippo Buratti sulla Bessa , concomitante con l ’ edizione del libro di Giacomo Calleri sulle “ aurifodinae ”, il successivo vincolo della zona da parte degli organi di tutela ; la mostra sui Cadregat di Cossila , che diede origine a successive collane , più o meno conseguenti e poi , un ’ altra collaborazione con Bruno per lo “ sdoganamento ” del pittore Piero Bora . Fu quest ’ ultima un ’ e- sperienza davvero importante : per ben tre anni consecutivi , ancor giovinetto , avevo vinto il premio “ Bora ”, voluto dal padre di Piero , Luigi Bora , e un legame quasi affettivo mi aveva spronato ad assecondare le giustissime aspettative di quel padre sfortunato , e poi della sorella Ada , che volevano a tutti i costi mantenere viva la memoria del congiunto , morto in guerra ... dalla parte sbagliata . Piero Bora , non più promessa ma vera realtà nella pittura degli anni trenta a livello nazionale .
Bruno seppe trovare i modi giusti ( lui che era di fazione opposta ) per far digerire il valore dell ’ ar - tista prima che la sua appartenenza , e ne nacque un libro / raccolta di lettere di Piero di rara poesia , e una mostra che insieme curammo , nel seminterrato del vecchio museo e che restituì alla città un suo figlio meritevole di gratitudine e di stima . Da lì gli incontri con Bruno si intensificarono ; sino a quando , in un “ Al - manacco di Biella provincia ”( del 1997 ), Bruno scrisse “ Radici ”, una lusinghiera recensione della mia relazione sulla “ Filosofia ” del progetto per il Museo del Territorio , testo che mi permise di respirare per qualche anno , in santa pace . Forse è per questo che mi sento obbligato a ringraziarlo , per quel sostegno morale che sempre seppe concedermi , con uno spirito di leale amicizia . lMauro Vercellotti