PLAST Novembre 2025 | Page 26

ECONOMIA [ MERCATO ]

SEGMENTI DELLA FILIERA
PRODUZIONE RESINE: 114 MLD $ – 61.000 ADDETTI
COMPOUNDING: RUOLO INNOVATIVO( RESINE + RICICLATE)
TRASFORMAZIONE PRODOTTI PLASTICI: 252 MLD $ 588.000 ADDETTI
CRESCITA E INVESTIMENTI
+ 50 % CAPACITÀ PRODUTTIVA RISPETTO AL 2014( GRAZIE ALLA SHALE REVOLUTION)
17,5 MLD $ INVESTITI IN NUOVI PROGETTI( SOLO NEL 2024)
Dinamiche regionali e poli industriali La geografia produttiva della plastica è caratterizzata da poli fortemente specializzati. Il Texas è il leader indiscusso, con oltre 54.000 addetti e spedizioni per 61,5 miliardi di dollari, grazie alla concentrazione di impianti petrolchimici e resinifici lungo la Gulf Coast. L’ Ohio, con 49.000 occupati e 26,2 miliardi di spedizioni, si distingue per la trasformazione e la produzione di articoli plastici, mentre California, Michigan e Indiana completano la top five nazionale. Stati come Kentucky, North Carolina, Pennsylvania e Wisconsin hanno sviluppato cluster competitivi, spesso collegati a settori specifici: automotive, medicale, packaging avanzato. In Louisiana e in West Virginia, la produzione di resine alimenta importanti flussi di export. Questa diffusione capillare rafforza il carattere federale della plastica come settore“ di sistema”.
COMMERCIO ESTERO
38,7 MLD $ EXPORT RESINE
+ 21,8 MLD $ SURPLUS RESINE
-22,8 MLD $ DEFICIT PRODOTTI FINITI
POLI REGIONALI PRINCIPALI
TEXAS: 54.000 ADDETTI – 61,5 MLD $ SPEDIZIONI
OHIO: 49.000 ADDETTI – 26,2 MLD $
SEGUONO: CALIFORNIA, MICHIGAN, INDIANA
CLUSTER SPECIALIZZATI: KENTUCKY, NORTH CAROLINA, PENNSYL- VANIA, WISCONSIN
EXPORT RESINE: LOUISIANA, WEST VIRGINIA
resine, con spedizioni all’ estero per 38,7 miliardi di dollari e un surplus commerciale di 21,8 miliardi. Dall’ altro, il Paese rimane fortemente dipendente dalle importazioni di prodotti plastici finiti, con un deficit di 22,8 miliardi che annulla i benefici del surplus nelle resine. Questo squilibrio evidenzia una vulnerabilità strutturale: gli Stati Uniti eccellono nella produzione di materie prime e semilavorati, ma faticano a mantenere la competitività nelle fasi a valle della filiera, dove si concentrano maggiore valore aggiunto e innovazione di prodotto.
Verso una transizione sostenibile Se oggi la gran parte delle resine prodotte negli Stati Uniti deriva ancora da feedstock fossili, il report segnala una crescita progressiva dell’ uso di materie prime alternative. Biobased e riciclate stanno guadagnando spazio, sia come risposta alla pressione normativa sia come leva competitiva sui mercati globali, sempre più attenti alla sostenibilità. Il comparto del compounding gioca un ruolo cruciale in questa transizione, integrando plastiche riciclate nei nuovi compound ad alte prestazioni. Parallelamente, l’ e- spansione delle tecnologie di chemical recycling potrebbe ampliare ulteriormente la disponibilità di feedstock circolari, riducendo la dipendenza dai fossili.
Le sfide per il futuro L’ industria della plastica statunitense si conferma un settore cardine, con un impatto economico superiore a 1,1 trilioni di dollari e quasi 3 milioni di posti di lavoro sostenuti. La leadership nelle resine e la solidità della filiera upstream garantiscono un vantaggio competitivo che difficilmente potrà essere eroso nel breve termine. Le sfide restano però rilevanti. Da un lato, la necessità di colmare il gap nella trasformazione e nella produzione di articoli finiti; dall’ altro, la transizione verso materie prime più sostenibili, indispensabile per mantenere la legittimità sociale e ambientale del settore. La plastica americana si trova dunque a un crocevia: consolidare la propria forza come pilastro dell’ economia nazionale e, allo stesso tempo, accelerare l’ evoluzione verso un modello produttivo più circolare, capace di coniugare competitività globale e sostenibilità.
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