PLAST Novembre 2024 | Page 99

Produzione di film con un estrusore da laboratorio
Perfettamente in linea con questa filosofia , il bando Ricerca & Innova , istituito dalla Regione Lombardia nell ’ ambito del Programma regionale FESR 2012-2027 , ha da subito rappresentato un ’ eccellente opportunità per dare forma ad un progetto che già rappresentava per Rifra un impegno preso , ma che con il bando è diventato un patto con la comunità industriale per contribuire alla diffusione delle informazioni raccolte e collaborare attivamente alla diffusione di plastiche PCR di maggiore qualità .
Il contesto in cui è maturato il Progetto PCR plus Le materie plastiche riciclate vengono definite secondo due macrocategorie : PCR , ovvero resine post consumo , risultato della raccolta differenziata degli imballaggi ; PIR , ovvero resine post industrial , scarti industriali residui di lavorazione o risultati di prodotti non conformi . Della categoria PIR , in genere , è possibile trovare sul mercato gradi con caratteristiche ben definite , con una composizione spesso nota e relativamente facile da applicare in settori similari a quello d ’ origine . Più complicata da trattare è la categoria PCR , che rappresenta una composizione di diversi imballaggi , spesso additivati con principi attivi specifici e dalle diverse funzionalità . A complicare il tutto vi è il fatto che le resine PCR hanno “ lavorato ” come imballaggio per un tempo definito ( subendo un inevitabile processo di invecchiamento ) e accumulando contaminanti ( es . cibo , detersivi , colle , sporco di varia natura ). La filiera di raccolta e selezione delle resine PCR sta già facendo un ottimo lavoro immettendo sul mercato gradi selezionati e con dati tecnici ordinati in specifiche chiare . Tuttavia , per la complessità su definita siamo ancora lontani dalla sostituzione massiva delle resine vergini e tanto lavoro può essere fatto per migliorare prodotti e processi .
Piano di lavoro del Progetto Un progetto così ambizioso non può che essere strutturato in fasi chiare e definite , con obiettivi specifici e risorse dedicate . Tuttavia , già dalle prime fasi di lavoro si è capito che quello che si stava studiando non si poteva risolvere in un risultato univoco , ma che sarebbe stato necessario indagare modelli di comportamento e studiare soluzioni modulari per intervenire su un materiale che fa della “ variabilità ” una sua caratteristica costante . Per spiegare meglio , la qualità raggiunta dalle materie plastiche ha abituato gli operatori del settore a prevederne il comportamento in macchina e a codificare manovre di processo efficaci per ottenere i massimi risultati . Le plastiche “ seconda vita ” non rispondono sempre a questo paradigma : pur presentandosi con caratteristiche assolutamente in linea con le plastiche d ’ origine , contengono elementi chimico-fisici che ne modificano il comportamento in modo variabile . Nell ’ ambito di questa variabilità , e con l ’ obiettivo dichiarato di studiare soluzioni applicabili industrialmente , Rifra ha stilato un piano di lavoro composto da più fasi che riassumiamo di seguito : - I - Studio preliminare sullo stato dell ’ arte delle resine riciclate e selezione di materie prime , sia come resine PCR che come
WWW . PLASTMAGAZINE . IT 11 ~ 11 | 2024 RIVISTA DELLE MATERIE PLASTICHE 99