PLAST Giugno/Luglio 2025 | Page 73

L’ azione del catalizzatore bio-organico del processo di depolimerizzazione sviluppato da Re4real
durre sul mercato una tecnologia di riciclo che non porti più come accade oggi a un downgrading del materiale, bensì che attraverso un trattamento chimico bio-based mantenga inalterate le proprietà delle plastiche riciclate. Con un importante vantaggio, ovvero rendere il riciclo possibile per un numero di volte praticamente illimitato e il successivo riutilizzo di questa materia prima senza più aggiunta di una percentuale di materia prima vergine. Il processo proposto da Re4real rende il riciclo di una plastica possibile per un numero di volte praticamente infinito e senza dover ricorrere ad una percentuale di materiale vergine e risponde a requisiti di sostenibilità in termini di consumi di energia anche quando in esercizio su scala industriale. Sviluppata inizialmente pensando ai poliesteri, può invece essere potenzialmente applicata anche a policarbonati e poliuretani.
Il processo Si tratta di un processo di depolimerizzazione chimica, in grado di riportare la plastica ai suoi costituenti primari. Con le unità fondamentali così recuperate è possibile ricostituire il materiale di partenza con le stesse caratteristiche del materiale vergine. Questa tecnologia chimica si basa su una nuova classe di catalizzatori di origine bio-organica che favoriscono la depolimerizzazione a temperatura e pressione ambientali, abbassando quindi notevolmente l’ energia di attivazione necessaria alla scissione del polimero- esattamente come gli enzimi in chimica biologica riescono a favorire i processi chimici nelle condizioni ordinarie di temperatura e pressione corporea. I materiali stessi impiegati nel processo non prevedono l’ uso di sostanze tossiche e sono per loro natura biodegradabili. Nel caso del PET, ad esempio, i precursori sono l’ acido tereftalico( TA) e il glicole etilenico( EG). Il catalizzatore bio-organico di Re4real è costituito da molecole che mettono in atto il processo di deopolimerizzazione all’ interno di una matrice alcolica e rende possibile la separazione dei due precursori da altri componenti quali additivi, coloranti e plastificanti. Questo significa, ad esempio, che anche i PET scuri sarebbero riciclabili con la tecnologia Re4real. Questa tecnologia sarebbe utilizzabile anche nel riciclo di poliaccoppiati, altra tipologia di imballaggio in plastica che non è possibile recuperare con i metodi meccanici. Può, inoltre, essere introdotta a valle del processo meccanico di riciclo della plastica, quando i flakes risultano non più riutilizzabili.
Potenzialità e piani futuri Le applicazioni che possono utilizzare questo riciclato o avviare il materiale a fine vita del prodotto a questo processo di depolimerizzazione sono diverse. Parlando di materiali, come detto, la tecnologia interessa i poliesteri, i poliaccoppiati, i policarbonati e i poliuretani. Tra i settori industriali, oltre all’ imballaggio, quello tessile e della moda potrebbe beneficiarne in modo significativo. Con questo processo sarebbe infatti possibile anche separare la componente plastica dei tessuti dal cotone. Ad oggi, il processo di depolimerizzazione di Re4real è compiuto. I passaggi, a cui la start-up sta già lavorando, sono la ripolimerizzazione della plastica a partire dai monomeri e la scalabilità del nuovo processo di depolimerizzazione. Sono già in fase di costruzione prototipi di piccola e media taglia, concepiti per svolgere la funzione di Minimum Viable Product( MVP) presso i grandi produttori e gli operatori ecologici attivi sul mercato.
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