La capacità produttiva: crescita positiva, ma selettiva Tra il 2021 e il 2023, la capacità installata di riciclo per uso packaging è più che raddoppiata, in particolare per PET e LDPE. Il report evidenzia che questo aumento deriva principalmente da investimenti degli operatori del riciclo meccanico. Tuttavia, la capacità attuale non basta a coprire le necessità future, soprattutto per resine più critiche come il PP, il PS o i materiali misti, ancora poco trattati a livello industriale. Uno dei dati più significativi riguarda la differenza tra“ capacità nominale” e“ capacità effettiva” per la produzione di PCR destinato al packaging. Solo una parte del materiale raccolto viene effettivamente trasformata in resina idonea per nuove applicazioni d’ imballaggio. Il tasso di resa media, ad esempio per il PET, è del 70 %, il che significa che per produrre 1 kg di PCR servono circa 1,43 kg di materiale in ingresso.
Le sfide principali: qualità, approvvigionamento, costi Secondo le aziende intervistate nel report, le barriere principali all’ aumento dell’ uso di PCR sono chiare. In primo luogo, la disponibilità di feedstock di qualità è discontinua. Il
New Jersey, Washington, Maine e Colorado – hanno introdotto requisiti obbligatori di contenuto riciclato per diverse tipologie di imballaggi in plastica. Alcuni di questi obblighi derivano da leggi sul contenuto riciclato, altri sono integrati in normative EPR( Extended Producer Responsibility) che prevedono anche incentivi economici legati all’ eco-design.
Le resine protagoniste e il ruolo del food contact Il panorama del PCR negli imballaggi in plastica è dominato da tre resine: PET, HDPE e LDPE. La scelta è guidata non solo dalla disponibilità di materiale riciclato, ma anche dalla possibilità di ottenere gradi approvati per il contatto alimentare, aspetto cruciale per molte aziende del food & beverage. Il PET, in particolare, si conferma centrale. Secondo i dati NAPCOR, la capacità di produrre PET riciclato idoneo al contatto con alimenti negli Stati Uniti nel 2020 era di circa 1,1 miliardi di libbre, ovvero il 55 % della capacità complessiva. Tuttavia, questa capacità non è sufficiente per soddisfare la domanda attuale e futura, anche a causa delle restrizioni normative imposte dalla FDA, che approva l’ uso di PCR alimentare solo in presenza di test rigorosi o di sistemi a“ sorgente controllata”. La situazione per HDPE e LDPE è più favorevole sul piano tecnico, ma l’ uso rimane limitato, soprattutto per quanto riguarda il film flessibile, dove il contenuto riciclato è ancora inferiore all’ 1 % su base industriale. Il motivo è duplice: da un lato, i film multistrato o contaminati sono difficili da riciclare meccanicamente; dall’ altro, la competizione con altri settori – come il decking in composito – rende difficile destinare il PCR flessibile al packaging.
Sopra: obiettivo di utilizzo futuro degli Stati Uniti, utilizzo nel 2023 e capacità di recupero a breve termine di lattine per bevande in alluminio e imballaggi in plastica PCR per resina
A fianco: assegnazione dell’ obiettivo d’ uso futuro degli Stati Uniti, utilizzo nel 2023 e capacità di recupero nel 2025 di PCR per imballaggi in plastica per i consumatori
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