PLAST Febbraio 2025 | Page 39

liano in otto macro settori , attraverso indagini demoscopiche condotte nel 2022 , 2023 e infine 2024 . I settori coinvolti sono alimentare e bevande , autoveicoli , tessile e abbigliamento , elettronica , costruzioni e materiali da costruzione , impiantistica industriale , mobile e arredamento , imballaggi . L ’ 87 % del campione analizzato proviene dalle PMI , rispecchiando il tessuto industriale dell ’ Italia fatto principalmente di piccole medie imprese . Da questo rilevamento emerge che gli scettici in tema di adozione di un ’ economia circolare sono il 36 % del totale . Il 64 % delle aziende , invece , ha già implementato almeno una pratica di economia circolare ( 42 %) o ha espresso l ’ intenzione di implementare delle pratiche ( 22 %). Tra le imprese che dichiarano di adottare dei modelli di business circolari , il 26 % afferma di aver implementato una parte significativa delle pratiche necessarie , pur essendo consapevoli di non aver ancora raggiunto una piena circolarità . Solo il 3 % del campione dichiara infatti di aver completato tutte le pratiche previste per raggiungerla e in larga parte si tratta di imprese legate al settore degli imballaggi . In una scala da 1 a 5 , dove 1 indica che l ’ azienda ha appena iniziato la fase di trasformazione delle pratiche da lineari a circolari e 5 indica che l ’ azienda ha implementato tutte le pratiche che aveva previsto e ha raggiunto la circolarità ambita , il valore medio di adozione è pari a 2,24 . Un altro piano di lettura fa emergere che la dimensione delle imprese fa la differenza . Le grandi imprese registrano infatti la crescita maggiore in termini di adesione all ’ economia circolare , con una differenza del 21 % tra 2022 e 2024 , sul totale delle imprese che già hanno adottato almeno una pratica di economia circolare e quelle che intendono adottarne . Nelle PMI invece si nota la crescita degli scettici . Questo rende evidente le difficoltà di tipo strutturale ed operativo che tale tipologia di imprese , in particolare le più piccole , devono affrontare per potersi volgere a un ’ economia circolare . Allo stesso modo si nota che esiste una differenza marcata a livello geografico nella percentuale di rispondenti all ’ indagine , con una maggiore concentrazione di rispondenti nelle regioni settentrionali , dove sono presenti aree industriali particolarmente sviluppate e una forte diffusione di iniziative circolari . Guardando invece i dati secondo i macro settori , si nota che tutti sono in fase di transizione verso l ’ economia circolare , con la quasi totalità dei settori che supera nel 2024 un punteggio di 2 e con un valore medio di 2,24 – in una scala crescente da 0 a 5 e con il comparto dell ’ imballaggio che registra il massimo valore . Tra le pratiche di economia circolare più diffuse troviamo in testa il Recycle , seguito dal Design for Easy Repair – che sostiene il Repurpose - , il Design out Waste e il Design for Disassembly . necessità di incentivi mirati . I tempi di ritorno degli investimenti sono per il 41 % delle imprese inferiori ai 12 mesi . Le differenze nei tempi di ritorno tra le pratiche a monte , come quelle legate al design , e quelle a valle , come il riciclo , evidenziano la diversa natura degli interventi . Sebbene le attività a monte richiedano tempi di recupero più lunghi , esse sono fondamentali per costruire una strategia sostenibile di lungo periodo . Le pratiche a valle sono importanti poiché offrono benefici immediati , grazie a tempi di ritorno più rapidi , e sono elemento complementare per una transizione efficace verso l ’ economia circolare . Nel 2024 l ’ adozione dell ’ economia circolare in Italia ha comportato risparmi aggiuntivi per 0,8 miliardi di Euro , portando a oltre 16,4 miliardi di Euro / anno il contributo dell ’ economia circolare alla nostra economia . Rispetto al potenziale teorico di 119 miliardi di Euro , tuttavia , la distanza è ancora molto significativa . Per raggiungerlo entro il 2030 dovremmo incrementare il risparmio di circa 14 miliardi di Euro / anno . Gli investimenti più ingenti sono stati fatti sia per pratiche a monte come il Design out Waste che su pratiche a valle come il Recycling , a conferma di quanto evidenziato nell ’ analisi delle pratiche più diffuse .
Benefici ed ostacoli Le principali spinte nell ’ adozione dell ’ economia circolare arrivano dalla consapevolezza del top management , dagli incentivi e da una regolamentazione favorevole . Non mancano tuttavia gli ostacoli con cui le imprese si devono confrontare , dall ’ incertezza e dall ’ incoerenza delle politiche governative ai costi elevati di investimento e i tempi lunghi di ritorno sull ’ investimento ( Pay Back Time , PBT ). In generale , l ’ adozione di un business circolare registra dei benefici a livello di processo , di azienda ed economici . Tra i vantaggi di processo si eviden-
Gli investimenti Nel 2024 gli investimenti nell ’ economia circolare in Italia segnano una crescita del 5 % rispetto all ’ anno precedente , ma restano concentrati in fasce di investimento medio-basse ( quasi il 50 % degli investimenti sono sotto i 50mila Euro ), evidenziando la
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