Perchè la crisi | Page 41

38 “Perché la crisi” IL PERCHÉ SI RIPROPONE LO STUDIO PICCOLI AGGIORNAMENTI RIFLESSIONI ( 49 ) Come ho già scritto, spero, nei miei stessi interessi, di sbagliarmi, ma temo che i cattivi tempi devono ancora arrivare! Mala tempora currunt, sed peiora parantur!… l‟assurdo o il diabolico, però, è che questo peggio ancora da venire, coscientemente, lo stiamo preparando proprio noi!… o meglio, i nostri “politicanti” - per dirla come don Angelo del mio “Summit” (50) - che, senz‟alcuna remora, agiscono a nome e per conto nostro. Con una certa apprensione, oramai da tempo, constatiamo come il valore di un bene parrebbe non essere più in rapporto al costo del lavoro richiesto e al costo delle materie prime o dei semilavorati impiegati per essere prodotto: e né al libero incontro tra domanda e offerta: di norma, predominante e determinante, viceversa, la quantità di moneta che, già prima di essere prodotto, riuscirebbe a “movimentare”: e questa dipenderebbe, soprattutto, non dal valore intrinseco del bene, ma da come esso verrebbe immesso nel mercato, commercializzato; in altri termini, la domanda del bene, prepotentemente influenzata dalla quantità 49 NOTA – SULLA RIPROPOSTA DELLO STUDIO: MOTIVAZIONI, PICCOLI AGGIORNAMENTI E SEMPLICI RIFLESSIONI. - È ora di scrivere, per l‟occasione, un‟annotazione di politica economica. Questa, ad ogni modo, trae spunto dalle condizioni economiche del Paese e dalle relative politiche adottate dal Governo e dal Parlamento. 50 NOTA – S‟invita a leggere il romanzo o la sceneggiatura intitolati “Summit”. Nino Marchese