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“Perché la crisi”
IL PERCHÉ SI RIPROPONE LO STUDIO
PICCOLI AGGIORNAMENTI
RIFLESSIONI (
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)
Come ho già scritto, spero, nei miei stessi interessi, di sbagliarmi, ma temo
che i cattivi tempi devono ancora arrivare! Mala tempora currunt, sed peiora
parantur!… l‟assurdo o il diabolico, però, è che questo peggio ancora da venire,
coscientemente, lo stiamo preparando proprio noi!… o meglio, i nostri
“politicanti” - per dirla come don Angelo del mio “Summit” (50) - che, senz‟alcuna
remora, agiscono a nome e per conto nostro.
Con una certa apprensione, oramai da tempo, constatiamo come il valore di
un bene parrebbe non essere più in rapporto al costo del lavoro richiesto e al
costo delle materie prime o dei semilavorati impiegati per essere prodotto: e né
al libero incontro tra domanda e offerta: di norma, predominante e determinante,
viceversa, la quantità di moneta che, già prima di essere prodotto, riuscirebbe a
“movimentare”: e questa dipenderebbe, soprattutto, non dal valore intrinseco del
bene, ma da come esso verrebbe immesso nel mercato, commercializzato; in
altri termini, la domanda del bene, prepotentemente influenzata dalla quantità
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NOTA – SULLA RIPROPOSTA DELLO STUDIO: MOTIVAZIONI, PICCOLI
AGGIORNAMENTI E SEMPLICI RIFLESSIONI. - È ora di scrivere, per l‟occasione,
un‟annotazione di politica economica. Questa, ad ogni modo, trae spunto dalle condizioni
economiche del Paese e dalle relative politiche adottate dal Governo e dal Parlamento.
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NOTA – S‟invita a leggere il romanzo o la sceneggiatura intitolati “Summit”.
Nino Marchese