Perchè la crisi | Page 143

The Trilateral Commission - Commissione Trilaterale - Gruppo Italiano Pagina 2 di 5 Colonna di Paliano, ambasciatore e excommissario CEE; François Duchène, politologo dell’Università di Sussex (GB); Max Kohnstamm direttore dell’Istituto di Studi Europei della CEE; Kiichi Miyazawa, allora membro della Dieta ed ex ministro degli Esteri (J), Kinhide Mushakoji professore di relazioni Internazionali (J), Saburo Okita allora presidente dell’Overseas Economic Cooperation Fund (J) e Tadashi Yamamoto presidente del Japan Center for International Exchange (J). La percezione dei fondatori, confermata attraverso gli incontri preliminari del 1972 e che condusse poi l’anno successivo alla costituzione vera e propria dell’associazione denominata “Commissione Trilaterale”, fu inoltre, fin dalle origini, quella che la discussione tra persone di diversa estrazione e competenza professionale ma di omogeneo livello di responsabilità potesse più efficacemente contribuire a migliorare la conoscenza dei problemi comuni attraverso lo studio e la discussione per individuarne soluzioni nuove, concetto che nello statuto fondativo fu evidenziato nelle parole "working togheter". Un secondo punto condiviso dai fondatori e tuttora fondamentale nello spirito che sta alla base dell’attività della Commissione è la profonda convinzione che la via prioritaria per risolvere i problemi del mondo risiede in primo luogo nelle buone relazioni internazionali e nel buon funzionamento degli organismi multilaterali. La prima riunione della Commissione Trilaterale si tenne a Tokyo nell’ottobre del 1973 e fu stabilito un programma di lavori per il triennio 1974-76. Da allora, l’associazione ha continuato la propria attività sulla base di programmi triennali, di cui l’ultimo (il 12°) si è concluso nel 2009. Inizialmente, la Commissione era composta da un egual numero di soci (60) per ciascuna regione, per un totale di 180 membri. Successivamente il numero crebbe poco per volta, tenendo sempre più conto del numero dei paesi rappresentati (soprattutto quelli europei che già ne