EVENTI
Il ricorso alla cassa integrazione è in aumento, nel primo semestre 2025 il 38 % delle imprese ha già utilizzato ammortizzatori sociali, e gli investimenti fissi mostrano un saldo fortemente negativo(-27 %). L’ ingresso delle case automobilistiche cinesi in Europa, con possibili nuovi impianti produttivi, è ritenuto un fattore“ di alta rilevanza” dal 52 % delle imprese( contro il 39 % dell’ anno precedente).
INNOVAZIONE, EXPORT E AI La quota di imprese esportatrici è salita all’ 84 %, ma quasi la metà( 43 %) segnala un calo del fatturato estero. Le aziende diversificano: il 60 % opera anche in altri settori, per ridurre la dipendenza dall’ automotive. La maggioranza degli operatori( 77 %) produce componenti“ neutri” rispetto al tipo di alimentazione, mentre il 38 % continua a lavorare sui motori a combustione interna e il 18,5 % sviluppa componenti per veicoli elettrici o infrastrutture di ricarica. In crescita, seppur ancora limitata, la presenza di imprese attive nel campo dei veicoli connessi e autonomi( 8,6 %) e nei servizi di mobilità( 3,7 %). L’ innovazione resta un pilastro: nel triennio 2022-2024, il 54 % delle aziende ha introdotto nuovi prodotti e il 70 % ha innovato i processi. L’ intelligenza artificiale è ancora agli inizi: il 60 % delle imprese non la utilizza.
NEUTRALITÀ COMPETITIVA
In chiusura della mattinata di lavori al MAUTO si è tenuta una tavola rotonda moderata dalla giornalista Filomena Greco che ha visto la partecipazione di Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA, Camillo Mazza, General manager Bosch Italy, Alberto Moro, CEO Bitron S. p. A. e Patrizia Paglia, CEO IItar-Italbox S. p. A. Marco Stella ha posto l’ accento su una criticità strutturale: un’ Europa troppo regolatrice e poco strategica, incapace di difendere la propria base industriale. Senza una protezione attiva della manifattura – pilastro di autonomia tecnologica e competitività – il rischio è quello di perdere, in pochi anni, un patrimonio produttivo difficilmente ricostruibile. Per Stella servono strumenti di difesa analoghi a quelli di USA e Cina e un grande piano europeo di rinnovo della flotta circolante, capace di valorizzare il prodotto industriale europeo e di restituire all’ automobile quella dimensione emotiva e culturale che ne ha segnato la storia. Patrizia Paglia ha richiamato l’ urgenza di un cambio di passo nella pianificazione industriale: se l’ Europa guarda a dieci anni, la Cina pianifica a cinquanta. In questo scenario, la chiave è l’ adattamento: molte imprese italiane, pur ridimensionate, hanno reagito innovando e riorganizzando i processi. Flessibilità, visione e diversificazione diventano così gli strumenti per trasformare la crisi, anche quella tedesca, in un’ occasione di riposizionamento competitivo per la filiera italiana. Camillo Mazza ha ribadito come Bosch stia investendo da anni in elettrificazione, idrogeno e carburanti sintetici, promuovendo una transizione graduale e compatibile con le infrastrutture esistenti. Alberto Moro ha evidenziato l’ urgenza di una libertà industriale vera: l’ Europa ha puntato sull’ elettrico senza una strategia di filiera, rendendosi dipendente dall’ estero. Per competere, servono investimenti in ricerca, produzione locale e tutela del know-how. La transizione, ha concluso, deve restare sostenibile anche dal punto di vista economico e industriale.
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LE RICHIESTE DELLA FILIERA Nei prossimi tre anni le imprese dell’ automotive cercano profili specializzati, soprattutto in sviluppo software e app( 50 %) e gestione ambientale ed energetica( 47,3 %); seguono digitalizzazione dei processi( 44,9 %), nuovi prodotti e materiali( 40,4 %) e competenze per l’ IA( 38,5 %). Sul fronte R & D, nel triennio 2022-2024 cala il coinvolgimento nei progetti powertrain, con l’ eccezione dell’ elettrico( 24,8 % delle imprese); flettono ibrido( 25,5 %), riduzione emissioni su ICE tramite alleggerimento / materiali( 22,5 %) e fuel cell( 12,7 %), ma cresce l’ intenzione futura di partecipare proprio ai progetti fuel cell( 15,2 %). L’ ESG è centrale: iniziative ambientali all’ 87 %( 78 % nel 2022), sociali all’ 84 %, governance al 75 %. Sul piano delle policy, priorità al contenimento dei costi energetici( 83 %, efficacia percepita 63 % in calo) e a un fondo per la transizione industriale( 75 %, giudizio positivo 42 %). Finanziamenti e sgravi R & S restano efficaci( 52 %) e attesi( 71 %), mentre cresce il sostegno a estendere la CIG: efficacia 52 % e priorità 56 %.
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